Le vicende di Bernardino Dadea aprono le danze a Lo Quarter del Llibre
È stata inaugurata ieri la seconda edizione della kermesse. L’assessore Raniero Selva: le tematiche messe in campo dall’Aes danno l’idea di ciò che Alghero vuole diventare: «Non solo città di sole e mare ma anche città di cultura».
Le colorite vicende di un intellettuale tempiese dell’Ottocento, costretto a fuggire dall’isola a causa delle sue battaglie, diventano la sintesi della storia d’Italia, quella tra progressisti laici e conservatori oscurantisti. Una volta emigrato, questo variopinto personaggio diventerà uno dei più grandi medici omeopati del suo tempo, autore di un manuale di omeopatia pubblicato nell’Università del Michigan, utilizzato da generazioni di professionisti e ancora in commercio.
Con la presentazione di “L’omeopata. La biografia romanzata di Bernardino Dadea”, edito dal Maestrale, si è aperta ieri (20 luglio) ad Alghero la kermesse “Lo Quarter del Llibre”, l’evento AES che fino a domenica porterà tante attività letterarie negli spazi di largo San Francesco, impreziosito dalla prima edizione di “Liber y Liber”. “L’Omeopata” è stato presentato dall’autore Massimo Dadea in compagnia del presidente della Fondazione Meta, Raffaele Sari e della presidente dell’Associazione Editori sardi, Simonetta Castia, che ha illustrato il corposo calendario degli appuntamenti.
Al loro fianco l’assessore comunale Raniero Selva, che ha sottolineato come le numerose tematiche messe in campo in questi giorni dall’Aes a Lo Quarter, diano l’idea di ciò che Alghero vuole diventare: «Non solo città di sole e mare ma anche città di cultura». Un altro tempiese illustre è stato protagonista della presentazione del libro di Quintino Mossa, che ripercorre la vita di Juan José Guglielmo, un gesuita del XVII secolo che, dagli ambienti culturali galluresi si sposta in Sudamerica, nella lontana Patagonia, dove finirà martirizzato.
Dopo l’introduzione dell’editore Taphros, Dario Maiore, il moderatore Emilio Aresu ha spiegato come nel testo siano ben evidenziati i rapporti tra la Spagna di allora e le culture amerindie, caratterizzati dalla distruzione di tante civiltà autoctone.
Certamente di forte interesse linguistico è stato il libro “Casa di Jordi”, edito da Nor, dell’autore algherese Antoni Arca, presentato in cinque versioni: sardo, algherese e italiano e, grazie alle traduzioni di Ghjacum Thiers, in corso e francese. Il testo narra le vicende del regista Jordi, personaggio di fantasia, che tra mille vicissitudini cerca di girare un film sulla storia del padre, il più grande scrittore catalano di tutti i tempi che muore in procinto di ricevere il Nobel. In un confronto con Giovanni Battista Oliva e l’editore Francesco Cheratzu, Arca spiegato che il linguaggio utilizzato nel suo volume è l’algherese vero, quello parlato, utilizzato in casa e in strada. «Non dobbiamo salvare la lingua di Barcellona – ha affermato – è più urgente salvare l’algherese».
Nella mattinata di oggi (21luglio), la Sala conferenze di Lo Quarter si è tenuto il workshop di “Liber y Liber” “Alghero tra mare e terra nel cibo tradizionale”, con Giovanni Fancello, Giuseppe Izza, e Torquato Frulio.
In serata, a partire dalle 19.30 si terrà la presentazione di “Colpo di coda” di Luisella Sassu, edizioni Condaghes; “Sardegna nel Mediterraneo”, edito da Magnum-Edes, di Antonello Manconi con curatore Renzo Chessa; “Sardegna: 20 fotografi di natura”, Carlo Delfino Editore, curatore Domenico Ruju e fotografo Egidio Trainito; “Grandi Grotte e Abissi del Mediterraneo” di Victor Ferrer Rico, edito da Federació Catalana d’Espeleologia. Alle 22.30 sarà il momento della dissertazione-presentazione de “Il racconto del cielo. Dante, i miti e le stelle spazio”, Mediando Edizioni, accompagnata dall’osservazione della volta celeste con gli interventi di Michele Forteleoni e Gian Nicola Cabizza.