Mamatita, la spin off di “Fuma che ‘nduma” inaugura la seconda fase del festival
Il “Mamatita Festival – La città si fa teatro” entra nel vivo. La performance del collettivo Fabbrica C completa la fase laboratoriale e inaugura quella dedicata agli eventi e alle performance di professionisti provenienti da Sardegna, Sicilia e Catalogna.

Dopo due settimane di laboratori, sperimentazioni e una straordinaria ondata di curiosità, “Mamatita Festival – La città si fa teatro” entra nel vivo. Saranno gli artisti del collettivo “Fabbrica C” a inaugurare domani alle 21 in piazza dei Mercati la seconda fase della rassegna organizzata da Spazio con Fuma che ‘nduma per la direzione artistica di Chiara Murru, Mario Barnaba e Giuseppe Porcu. Da qui al 29 settembre si alterneranno artisti provenienti da Sardegna, Sicilia e Catalogna, a testimoniare la dimensione internazionale dell’evento e l’ambizione degli organizzatori di fare dell’arte da strada e delle discipiline circensi un ponte in grado di avvicinare i popoli del Mediterraneo e non solo.
Si parte con “20 inu(et)ti”, e non è un caso. Lo spettacolo di domani sera è infatti l’esito dell’intensa attività di ricerca portata avanti in queste settimane dagli artisti di Fabbrica C. Si tratta di un collettivo artistico, una sorta di spin off di Fuma che ‘nduma, la scuola di circo più famosa e ramificata d’Italia, che da oltre vent’anni sforna i talenti italiani del circo contemporaneo, ma anche di discipline come la danza acrobatica e il teatro di strada. Lo spettacolo a cappello rappresenta una restituzione al termine della residenza artistica ospitata a Lo Quarter, dove quelli di Fabbrica C hanno potuto lavorare a questo spettacolo inedito, che fonde teatralità, danza, abilità acrobatiche e musica.
Protagonisti saranno quattro professionisti dell’arte circense, che dalla fine di agosto hanno fatto parte dell’enorme ensemble artistico arrivato in città per realizzare una intensa attività di laboratori e rigenerazioni urbane. Il loro grande chapiteaux è stata la Riviera del corallo. Hanno messo base al camping Laguna Blu, dove dormono e dove sostano i loro mezzi da viaggio. La cucina è stata Lo Quarter, dove un gruppo di mamme “cuoche e volontarie” si alterna ai fornelli per tutta la truppa. Hanno tenuto corsi tra l’ex mercato civico di piazza Pino Piras e le altre piazze della città, viaggiano a bordo di un circobus stracarico del loro armamentario, da far provare a ragazzi di tutte le età, in città, in periferia, in spiaggia. Un esercito di 36 giovanissimi artisti circensi formati nelle migliori scuole di circo contemporaneo d’Italia. Da qualche giorno sono sbarcati in città al seguito di Giuseppe Porcu, algherese trapiantano da vent’anni in Piemonte. Si occupa di teatro, ma da ormai tanto tempo ha scoperto la passione per il circo e per questo mondo meraviglioso, magico, che fonde arte, sport, abilità motorie, socializzazione, mescolanza, contatto col pubblico. È lui il fondatore di Fuma che ‘nduma, espressione piemontese che in sardo si può sintetizzare con un semplicissimo “Ajò”.
Facciamo che andiamo, ha detto Giuseppe Porcu, e loro hanno risposto al richiamo della prima edizione di “Mamatita Festival – La città si fa teatro”. Hanno trasformato le piazza del centro in grandi palestre all’aperto. E la sera comparivano qui e lì per le strade di Alghero con una serie di performance a cappello.
La scuola di circo contemporaneo Fuma che ‘nduma è una delle più importanti realtà italiane di formazione circense contemporanea. Giuseppe Porcu l’ha fondata col siciliano Francesco Sgrò. Oggi si sono aggiunti a loro Riccardo Massidda, anche lui sardo, Teresa Noronha Feio, portoghese, e una squadra di giovani insegnanti cresciuti nella scuola, che attualmente opera in cinque città e conta 400 allievi dai 4 ai 20 anni. Grazie a Mamatita, per qualche settimana Fuma che ‘nduma è andata a caccia di aspiranti acrobati, giocolieri e clown in giro per Alghero.
Per la prima volta in città è stato possibile sperimentare le magiche arti circensi in percorsi strutturati di lezioni da un’ora e mezza ciascuna, che si concluderanno il 15 settembre: acrobatica aerea, danza contemporanea, giocoleria, palo cinese, equilibri, di roue cyr e clown, da piazza Lo Quarter all’ex mercato civico, da piazza dei Mercati a largo Guillot.
Camminare sul filo, sperimentare la bicicletta con una ruota sola, stare in equilibrio su un Rola Bola, imparare le tre palline sono il sogno un po’ di tutti. È per questo che da ormai venti anni la scuola circense di Giuseppe Porcu e soci offre in centinaia di piazze di tutta Italia a bambini e adulti la possibilità di cimentarsi in quelle arti dal sapore magico e antico. Senza tralasciare il valore pedagogico e lo sviluppo del coordinamento oculo-manuale e dell’equilibrio instabile. Come spiega Porcu, «giocare a fare il circo è abbattimento dei pudori, potenziamento della coscienza di sé, dell’autostima, della concentrazione, è aggregazione». Per questo, sostiene Porcu, «il circo per l’infanzia entra sempre di più nelle scuole e nelle famiglie». Addirittura, «le nostre scuole pomeridiane sono frequentate da 300 allievi – sottolinea – un migliaio di ragazzi frequentano i laboratori del mattino nelle scuole elementari, oltre 10mila all’anno sperimentano con il Circobus le magiche arti del circo, anche solo per un giorno nella vita.