E la marea gialla infierisce ancora
Quando, circa due mesi fa, in un incontro del Comitato di Quartiere di Sant’Agostino con un ex-Sindaco di questa Città, ho scoperto che l’acquedotto di Alghero è approvvigionato dal Coghinas tramite la condotta di Truncu Reale , mi sono vergognato come poche volte nella mia vita: sono incappato in una topica di proporzioni colossali, ma quel che è più grave, l’ho propinata a piene mani inducendo nel mio stesso errore quelle Persone che hanno la pazienza di leggere le mie riflessioni. Ho detto a me stesso che le riflessioni, se non hanno un fondamento di verità ed in questo caso di approfondimento serio e ponderato, non solo non servono a nulla, ma deprimono quel poco di buono, di nuovo e di mai scontato che vorrei riproporre sempre.
Ma inflittami questa ‘reprimenda’ che comunque vale come una frustata, volto pagina e vado avanti come è giusto che sia, anche perché il tema Cuga ci porta a denunciare ulteriormente una situazione che promette di essere ancora più esplosiva di quanto non lo appaia già oggi: infatti, che l’acqua potabile di Alghero venga dal Coghinas o dal Cuga, non cambia per nulla la situazione di estremo pericolo che pesa sul sistema depuratori di Alghero e Sassari rivolti verso il Cuga, ed il conseguente appesantimento della qualità del Calich, ripetiamolo ancora una volta, destinazione naturale del troppo pieno del Cuga; e peggiora ulteriormente la qualifica di risorsa strategica di acqua potabile per tutto il nordovest sardo affidata al Cuga, perché la scelta tragica di un apparato burocratico, sanzionato dalla insensibilità di politici poco adusi a ragionamenti che guardino al futuro più che al presente più immediato così ha deciso, condannando il Cuga, bella e potenziale favola di un territorio rivolto allo sviluppo turistico-sportivo come aveva annunciato un anno fa il Sindaco di Uri, a contenitore di acque reflue maleodoranti.
Intanto la attualità di questi giorni ci parla di una ‘marea gialla che non accenna a cedimenti: e non può essere diversamente, perché l’afflusso turistico raggiunge i picchi soliti dei mesi di Luglio ed Agosto, con un aumento esponenziale di acque luride inviate al depuratore di San Marco, il quale scarica i reflui, attraverso il Rio Filibertu, direttamente nel Calich, alterando il grado di salinità delle sue acque, causa principale dell’alga che si riversa nel golfo di Alghero, colorandolo nel modo anomalo che purtroppo stiamo imparando a riconoscere; si altera in questo modo quel particolare equilibrio che la Natura, provvida nonostante l’uso sempre in aumento di acqua dolce sia per usi civili che per usi irrigui ricadente nel bacino idrografico che ha come sbocco finale il Calich, aveva sempre controllato, sino al momento della scelta del depuratore di San Marco come sostituto del depuratore del Mariotti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è questa, e trovare altre vie per raccontare questo castigo biblico che sta affossando non soltanto l’economia balneare o l’immagine che di Alghero si ha ormai solo nelle cartoline datate oppure in quei giorni fortunati nei quali il Calich ci grazia, ma soprattutto sta deprimendo il nostro senso di appartenenza ad una terra bella e generosa, significa solo trovare scorciatoie per non addebitare il tutto ai veri e soli responsabili.
La cronaca di Alghero de ‘La Nuova Sardegna’ del 19 Luglio, riportava in grande evidenza le adesioni alla manifestazione di interesse per il Calich promossa dalla Amministrazione Comunale, e rivolta a trovare una soluzione, qualunque essa sia; questo avviso pubblico che sa proprio di ultima spiaggia, non avrebbe avuto senso se, a suo tempo, prima della scelta sciagurata, si fosse studiato il problema con chi ha cuore queste problematiche delle quali si interessa per necessità professionali; nulla di tutto questo è stato tentato, ed anzi la fretta usata nell’utilizzare la soluzione risultata castrante per tutta la Comunità, conduce ad ipotesi delle quali si sussurra ma che nessuno ha il coraggio di affrontare apertamente, in una sorte di ipocrisia istituzionalizzata che fa un tutt’uno con classe burocratica e classe politica. E sentire il Consiglio Comunale che si svena in bizantinismi di bassa caratura sulla regolarità di una adunanza consiliare, promossi proprio da chi con la passata Amministrazione e con la propria azione politica ha provocato con tanta supponenza questo scempio, ci pone una domanda seria: la opposizione di oggi sarà probabilmente al Governo domani; alle disgrazie non c’è proprio soluzione di continuità.