Consorzio di Bonifica della Nurra: «in prima linea per la tutela del territorio»

Zirattu: «Sul futuro della Nurra non si scherza, dai Rossomori attacco inaccettabile»

«Tacciare il Consorzio di Bonifica della Nurra di aver ignorato il problema della crisi idrica che ha interessato la Sardegna nord-occidentale significa da una parte divulgare notizie false e dall’altra umiliare la dedizione al lavoro che ha contraddistinto tutti i dipendenti dell’ente (sia negli uffici sia sul territorio) nel cercare di arginare i gravi problemi causati da un’annata siccitosa straordinaria». Con queste parole inizia la risposta del presiedete del Consorzio di Bonifica della Nurra, Gavino Zirattu, contro il goffo tentativo di affondo mediatico avanzato dalla segreteria dei Rossomori di Alghero – (LEGGI) -. «Eppure dalla rassegna stampa dei quotidiani regionali, dalle comunicazioni dirette o dalle assemblee territoriali pensavamo fosse emerso l’enorme sforzo portato avanti dal Consorzio. Ma nella nota dei Rossomori neanche una parola viene spesa sull’attivazione della diga di Sorigheddu e dei pozzi di Tottubella e Sella & Mosca mirata a immettere nuova risorsa all’interno della rete. Forse chi omette di raccontare il lavoro fatto non immagina neanche cosa comporti la messa a regime di una riserva idrica, nella quale manca persino l’energia elettrica, la cui gestione o proprietà non ricade più nelle competenze del Consorzio. O forse, più semplicemente, si preferisce tacere su questi aspetti, come sui numerosi incontri tenuti dalla nostra amministrazione a Cagliari con i vertici del Distretto Idrografico della Sardegna per cercare soluzioni concrete all’assenza d’acqua, e criticare senza avere la coscienza di approfondire quel bagaglio di nozioni tecniche necessarie per affrontare argomenti così complessi e delicati che riguardano un territorio intero».

«Fa specie leggere nella nota dei Rossomori gli stessi identici contenuti esposti a Campaneda durante la riunione della settimana scorsa e notare come nel testo manchino tutte le risposte e le spiegazioni fornite già in quella sede dalla direzione del Consorzio di Bonifica. Evidentemente il tema dibattuto non era tanto importante quanto la visibilità ricercata con la diffusione del comunicato stampa. Un atteggiamento che ci lascia quantomeno perplessi e che ci costringe a dover sintetizzare quanto già detto a Campanedda».

«Uno dei passaggi chiave della lettera dei Rossomori – continua il presidente Zirattu – concerne le acque reflue di Sassari e l’utilizzo dell’invaso del Cuga come bacino di sversamento. Anche in questo caso mi dispiace dover stroncare la sintesi frettolosa e superficiale riportata dalla segreteria sulla posizione del Consorzio e sottolineare le inesattezze pronunciate sia al microfono di Campanedda sia a mezzo stampa. Punto primo. Da alcuni anni il bacino del Cuga è utilizzato esclusivamente come riserva per scopi irrigui e non idropotabili. La città di Alghero viene alimentata dal bacino del Coghinas, la più grande risorsa idrica presente in tutta la Sardegna. Punto secondo. Per salvaguardare l’opera già realizzata per l’utilizzo dei reflui di Sassari e allo stesso tempo dare ad Alghero la possibilità di sfruttare una secondo bacino per fini idropotabili, il Consorzio, contrariamente alla strategia della Regione Sardegna che vorrebbe finanziare un intervento del costo di 3milioni e 100mila euro e che obbligherà la messa in rete dei reflui in maniera diretta attraverso il canale adduttore, suggerisce la creazione di un altro bypass capace di collegare la galleria del Temo con il torrino di presa. Questo progetto, oltre a garantire un notevole risparmio, consentirebbe ad Alghero di essere approvvigionata sia dal Coghians sia dal Temo. Peccato però che nella nota non vi sia traccia di questi passaggi».

«Mi preme ricordare – prosegue Zirattu – che l’apporto idrico garantito dall’utilizzo delle acque reflue di Sassari è pari a 12 milioni di metri cubi: un tesoretto importante in momenti di siccità, almeno per quegli imprenditori agricoli che su questo settore vogliono costruire il proprio futuro e che quotidianamente cercano di battersi contro l’abbandono della Nurra. In aggiunta mi piace sottolineare il senso di responsabilità che guida l’amministrazione del Consorzio nel gestire le acque reflue già immesse in rete, come quelle di Alghero, e nel verificarne di continuo il rispetto dei parametri imposti dalla normativa».

«Anche nella lettura dei dati diffusi dal distretto idrografico della Sardegna la segreteria dei Rossomori appare quantomeno distratta. Non c’è dubbio che nell’ultimo triennio la Sardegna sia stata colpita da una siccità senza precedenti ma è altrettanto vero che prima di quest’anno e grazie a delle perturbazioni localizzate, la Nurra è riuscita a incamerare quantità d’acqua sufficienti per le stagioni irrigue precedenti. Basta paragonare i dati dei livelli d’acqua presenti all’interno del bacino del Temo il 31 maggio di quest’anno (21 milioni di metri cubi d’acqua) con quelli del 2016 (57 milioni),  del 2015 (66 milioni) e del 2014 (69 milioni). Sono gli stessi numeri a consigliare maggiore sensibilità nell’utilizzo della locuzione “crisi idrica”».

«Inoltre – afferma il presidente – dispiace sentirsi accusare di non aver messo in atto nessuna programmazione volta alla razionalizzazione o al risparmio della risorsa idrica. Ma anche in questo caso l’accusa contiene un duplice errore. Il primo riguarda direttamente l’operato del Consorzio che da anni ha avviato un pacchetto di misure volte al risparmio idrico come l’utilizzo dei contatori e il rifacimento delle condotte principali. Il secondo riguarda un aspetto più ampio relativo alla gestione della acque. Ogni anno, infatti, il Distretto Idrografico della Sardegna assegna ai singoli Consorzi una quantità d’acqua specifica oltre la quale è vietato andare. Il bersaglio dei Rossomori, dunque, dovrebbe essere un altro».

«In ultimo – conclude il presidente Zirattu – ci teniamo a ricordare come il Consorzio sia sempre stato aperto a qualsiasi confronto o contributo da parte di consorziati, istituzioni o forze politiche. Ma quello che questa amministrazione non accetterà mai è la mera strumentalizzazione per fini politici. Il respiro del nostro lavoro va oltre la prossima tornata elettorale e sul futuro dell’agricoltura in Nurra serve serietà e senso di responsabilità da parte di tutti».

8 Ottobre 2017