La ricerca della sostenibilità nella logistica della GDO: facciamo il punto
L’ottimizzazione della logistica delle merci rappresenta un obiettivo vitale per il territorio sardo, dove tanto l’import quanto l’export dei prodotti scontano i costi aggiuntivi scaturiti dalla necessità degli spostamenti aerei o via mare e i difetti di una rete stradale priva di vere arterie per il traffico veicolare ad alta velocità.
Potrà sorprendere, eppure il cammino verso una più efficace gestione delle attività di movimentazioni delle merci passa in primo luogo per strumenti semplici, agli occhi di molti banali e dallo scarso valore, ma in realtà essenziali: i bancali.
Fulcro della logistica e del trasporto delle materie prime e dei prodotti finiti, i bancali (o anche pallet) sono, già di per sé, alla base di un florido mercato, responsabile di un importante impatto economico ed ambientale.
Il ruolo cruciale dei bancali in tutte le attività relative alla logistica e allo stoccaggio delle merci, negli ultimi decenni, ha fatto emergere in modo sempre più evidente la questione della loro sostenibilità: dalla produzione, allo smaltimento, passando per l’ottimizzazione del loro uso durante i trasporti e per la soppressione del mercato nero dei pallet, sono molti in temi in ballo quando si analizzano i costi finanziari ed ecologici di questo settore.
Dai bancali in legno a quelli in plastica
I bancali tradizionali sono realizzati in legno, un materiale versatile ed economico, ma anche una risorsa naturale di primaria importanza che continua ad essere messa a rischio dai fenomeni di disboscamento selvaggio.
A dispetto di quanto si potrebbe pensare, i pallet in legno non sempre hanno la possibilità di entrare nel circolo virtuoso del riuso: il legname contaminato da percolati e sostanze organiche rilasciate dalle merci trasportate oppure sterilizzato con i vecchi trattamenti di fumigazione (ormai banditi nei paesi della Comunità europea, ma altrove ancora ampiamente diffusi) non può essere riciclato, né utilizzato come combustibile.
I bancali in plastica, un tempo riservati a settori particolari, come quello chimico/farmaceutico o relativo allo stoccaggio degli alimenti nelle celle frigorifere, sono oggetto di una circolazione in rapida crescita. I pallet realizzati in materiale plastico risolvono in modo soddisfacente il problema del consumo delle risorse e dello smaltimento, grazie a metodi di riciclo che consentono di recuperare il 100% dei bancali danneggiati. Leggerezza, resistenza e ampia flessibilità delle caratteristiche di produzione ne giustificano ampiamente i costi che rimangono comunque assolutamente competitivi.
Il mercato nero dei pallet in legno
In Italia, il mercato nero dei bancali genera un giro di affari pari a 720 milioni di euro secondo le stime pubblicate da Legambiente nel rapporto “Ecomafia 2016”.
Il traffico clandestino delle pedane in legno per il trasporto delle merci è un fenomeno di dimensioni preoccupanti, che genera perdite considerevoli per le imprese del settore, alimenta l’evasione fiscale e contribuisce alla circolazione di pallet che sfuggono ai controlli, trasformandosi in potenziali vettori di sostanze inquinanti e persino di specie animali parassite.
Le indagini della Guardia di Finanza hanno portato a numerose denunce ed arresti negli ultimi anni, ma il business che si cela dietro al traffico di bancali usati continua ad alimentare un sistema sommerso ormai diffuso capillarmente, non solo sul territorio italiano, e fonte di pericolo per la salute dei consumatori.
Il “pallet pooling”
Il centro studio “Food Supply Chain” dell’Università di Bologna, è impegnato nell’analisi dei vari step della filiera alimentare, dalla produzione alla distribuzione, sotto il profilo della sostenibilità.
Qualche anno fa, il gruppo di ricerca Unibo annunciava un progetto-studio di “pallet pooling”, portato avanti con la collaborazione di importanti realtà attive nella distribuzione delle merci e punti vendita di una nota azienda della GDO. Grazie allo sviluppo di un software ad hoc, è stato possibile studiare gli effetti pratici di una fine organizzazione della logistica dei trasporti, mirata ad eliminare gli sprechi dei viaggi senza carico nella distribuzione con pallet non a perdere.
Con i risultati recentemente pubblicati, il gruppo di ricerca ha dimostrato che attraverso una gestione programmata del transito dei bancali, è possibile fare in modo che i viaggi delle imprese di distribuzione avvengano sempre a pieno carico. Nel caso studio dell’Università di Bologna, questo modello si è tradotto in una riduzione del 32% del numero di viaggi su scala annuale (25mila spedizioni contro 32mila), a sua volta equivalente a 2.600 tonnellate di CO2 in meno rilasciate nell’ambiente.
L’IoT applicato alla logistica e al trasporto delle merci
La vera grande rivoluzione del settore logistica e trasporto merci potrebbe essere legata alle innovazioni in chiave IoT (“Internet of Things”), ovvero scaturite dall’adozione di tecnologie che consentono di connettere alla rete internet oggetti di uso comune, in qualunque ambito, da quello domestico a quello industriale.
La tecnologia Lpwa (“Low power wide area”) applicata ai bancali ne rende possibile il monitoraggio a distanza, con costi bassissimi. Questa soluzione apre le porte alla possibilità di rendere sempre tracciabili i movimenti dei pallet, contrastando i fenomeni legati al loro commercio clandestino e prolungandone i cicli di utilizzo.
Nuovi materiali, contrasto al mercato nero e adozione di tecnologie innovative per l’automazione e la tracciabilità di tutti i passaggi della filiera di distribuzione sono i fattori che promettono di dare una risposta a tutte le criticità di uno dei settori chiave dell’economia.