«Piano Mobilità Turistica , Bruno intervenga a difesa del territorio»
L'opinione di Alberto Bamonti, ex consigliere e assessore comunale
In relazione alla avvenuta adozione del Piano Straordinario di Mobilità Turistica – da parte del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali – in base al quale vengono individuati i siti strategici di interesse turistico-culturale che saranno messi in rete con il sistema nazionale dei trasporti, grazie a nuovi investimenti infrastrutturali che verranno attivati al fine di facilitare e rendere più funzionale l’accesso ai siti strategici di interesse turistico in ambito nazionale, soprende che la Regione Sardegna sia stata fortemente penalizzata con la esclusione dell’aeroporto di Alghero ed il porto di Porto Torres dai siti destinatari dei suddetti investimenti. E che né il Sindaco di Alghero, e né il Presidente della Giunta regionale, siano intervenuti a difesa del nostro territorio.
Trattasi di grave omissione che denota scarsa sensibilità politica e sociale verso i problemi generali della nostra Isola, non soltanto da parte della Classe politica nazionale, ma anche di quella locale e regionale. Si sperava che l’ingresso del Partito democratico nella coalizione di maggioranza del Consiglio Comunale di Alghero avrebbe portato maggiore vigore a tutela delle opportunità di sviluppo economico e sociale della nostra Città e del territorio. Purtroppo ciò non é avvenuto.
Sollecitiamo il Sindaco Mario Bruno a che non permanga nel suo solito stato di inutile inerzia diplomatica che, già per altre questioni tra cui quella aeroportuale, si è rivelata perdente soprattutto per la Città di Alghero. Ricordiamo che Alghero – con il porto di Porto Torres – oltre appunto ad essere la città turistica per eccellenza della Sardegna ed essere un riconosciuto polo di attrazione del turismo culturale tra i maggiori in Italia (vedi la recente candidatura a Città italiana della Cultura 2018) nonché essere la terza Città universitaria della nostra Regione, dopo Sassari e Cagliari, è anche porta di accesso al confine italiano. Questo modo di imporre scelte politiche da Roma o da Cagliari, che impoveriscono politicamente e economicamente il nostro territorio, deve fermarsi.