“La Corea del Nord e il fascista travestito”
L'opinione di Vittorio Guillot
Un conoscente mi ha detto che il dittatore Kim, della Corea del Nord non è comunista ma un fascista travestito. Insomma, quel conoscente è uno dei pochi che non si siano ancora resi conto che il comunismo è un sistema impresentabile e, quindi, si illude di rifargli una verginità scaricando su altre spalle le bassezze e la brutalità. Ma dai! Come è possibile fare affermazioni così stravaganti? Capisco il velleitario tentativo di negare una verità che non piace, posto in essere da una certa sinistra ottusamente dottrinaria ma smentita dalla realtà. D’altro canto non c’è niente da aspettarsi da chi, per ignoranza o per malafede, confonde col fascismo il senso dello stato e della autorità democratica ed è talmente abbarbicato al tempo che , come lo sono anche i nostalgici di estrema destra, da confondere una dittatura del passato remoto con certi moderni fenomeni politici.
Fenomeni che qualcuno è libero di considerare persino pericolosi. Sta di fatto che Kim proviene da un regime messo su con l’appoggio del comunismo di Mao e di Stalin, ma questo potrebbe non
essere un elemento determinante. E’ certo, però, che quel regime, in stretta ottemperanza ai principi marxisti, ritiene che le religioni, definite “oppio dei popoli”, e le ideologie diverse dalla sua, siano delle “sovrastrutture” intellettuali, generate dal capitalismo per confondere le masse, ingannarle e sviarle dal raggiungimento dell’autentico benessere, che sarebbe raggiunto solo nella società comunista. L’umanità, secondo loro, potrà essere veramente libera solo quando, anche con la violenza, avrà scientificamente eliminato tutte quelle sovrastrutture. Addirittura certi sedicenti intellettuali dalle vedute estremamente chiuse e caratterizzate da una parossistica intolleranza verso le opinioni diverse dalla loro, sono arrivati ad affermare che tutte le idee politiche che non gli piacciono perché diverse dal comunismo di antiquariato, non sono altro che “fascismo”.
Conseguentemente devono essere stroncate. Gli effetti dell’ideologia marxista, malgrado le falsamente rassicuranti affermazioni di questi ‘sinistri’, non possono portare ad altro che al totalitarismo, alla imposizione della volontà politica del partito e del suo capo su interi popoli, alla persecuzione nei confronti delle opposizioni politiche e delle fedi religiose. E’ evidente che ciò fa di quella sinistra il centro della raccolta indifferenziata dei fallimenti derivati da una presunzione campata per aria. Precisiamo anche che è assolutamente impossibile per i marxisti-leninisti riconoscere i diritti della persona, considerati ‘individualismo borghese ‘, nemico della rivoluzione proletaria. Quindi per loro è quasi una bestemmia parlare di adozione da parte delle coppie gay, di fecondazione artificiale eterologa, di testamento biologico, di eutanasia, di jus soli, di liberalizzazione delle droghe, di coppie omosessuali, se la casta dominante li considerasse contrari agli interessi di classe, dato che alla singola persona non è riconosciuta la facoltà di decidere proprio su niente. Ovviamente, seguendo questo andazzo, il falso razionalismo marxista, figlio dell’estremismo giacobino, vorrebbe organizzare l’umanità secondo un modello uniformemente internazionalista, distruttore di ogni diversità culturale ed etnica tra i popoli e, in definitiva, delle loro identità collettive.
Con quale faccia si può seriamente affermare che il regime che domina in Nord Corea non sia comunista se è assolutamente proibita la proprietà privata, persino quella di pentole e stoviglie, marxisticamente considerata un furto? Aggiungo che viene anche applicato radicalmente il principio marxista di pretendere da “ognuno secondo le sue capacità e possibilità” e di “dare ad ognuno secondo i propri bisogni”. Principio apparentemente bellissimo ma falso. Infatti, e non può essere diversamente, nel sistema integralmente comunista è lo stato, dominato dal partito e dal ‘caro leader ‘, che stabilisce autoritariamente quale lavoro ogni suddito debba fare, per quanto tempo debba lavorare, in quali condizioni, in quale località e in quale fabbrica, industria o campagna debba prestare la sua opera. Allo stesso modo lo stato, non l’individuo, stabilisce quali, quando, se, in che modo ed in che misura debbano essere soddisfatti i bisogni del suddito.
Di fatto tutto il potere politico e tutta la ricchezza economica sono nelle mani di un gruppo di potere che, passando dalla teoria marxista alla pratica, domina una massa di schiavi. Secondo la narrazione marxista, tutto ciò sarebbe una cosa buona e giusta perché fatta in prospettiva di un mondo migliore, anzi del ‘ paradiso comunista sulla terra ’, in cui, a sentir certi cantastorie, ciascuno sarà libero e felice perché nessuno sarà padrone di niente ma offrirà spontaneamente agli altri ciò che produce ed ognuno potrà prendere quanto gli sarà necessario…. Abbiamo capito bene a che livello di tirannide si arriva dato che, in questa visione paradisiaca, non può essere consentita alle masse alcuna narrazione diversa dal ‘pensiero unico’, preconfezionato dalle menti sedicenti illuminate di una casta di presuntuosi ed autoreferenziali pseudointellettuali!!! Come si può ben notare, si è in pieno totalitarismo ed il rispetto della volontà e della personalità individuale è posto sotto i piedi di pochi gerarchi.
E’ altrettanto ovvio che mettendo il destino di interi popoli in mano a chi dirige un sistema totalitario, i pezzi grossi di questa élite siano tentati di abusare del loro infinito potere per crearsi dei privilegi altrettanto smisurati, tenendosi ben lontani dalla vita della gente comune. E’ quanto accadde, ad esempio, nella ex URSS tanto che, poco dopo la rivoluzione d’ottobre, gli stessi marinai di Kronstadt, che pure erano stati tra gli artefici di quella rivoluzione, si ribellarono e furono massacrati dalle guardie rosse di Lenin. Questo sistema, quanto mai dispotico, fu adottato in Cambogia dal criminale Pol Pot e nei periodi più bui dell’Unione Sovietica, in particolare prima della Nuova Politica Economica. Dopo lo sterminio dei kulaki, fu attuato soprattutto da Stalin. Il fascismo, comunque, ebbe già di suo abbastanza difetti e torti, quali la dittatura, il razzismo, l’antisemitismo, l’alleanza con Hitler . Perché appioppargli anche quelli che spettano di diritto ad un violento dittatore comunista?