“To Russia with Love” a Sassari il sit-in contro l’omofobia di Putin
Organizzata dal gruppo Liberty Queer, si svolgerà anche a Sassari, nella giornata di giovedì 12 settembre, il sit-in di sensibilizzazione e protesta per testimoniare la solidarietà ai movimenti alle persone LGBTQ (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) che sul territorio russo stanno subendo le leggi omofobe recentemente introdotte dal governo Putin. La manifestazione è inserita nella campagna mondiale denominata “To Russia, with love”. Luogo in cui si svolgerà l’evento sarà la centralissima via Roma, proprio di fronte al Tribunale di Sassari dove, a partire dalle ore 19,00, sarà possibile sottoscrivere la lettera inviata dal gruppo Liberty Queer alle maggiori cariche istituzionali italiane.
Di seguito la lettera alle maggiori cariche di Stato italiane in relazione alla violazione dei diritti umani in Russia
Negli ultimi mesi abbiamo assistito inermi all’emanazione da parte del Governo russo di una legge inaccettabile da un punto di vista umano, morale e civile che mina i diritti fondamentali di libertà, espressione e uguaglianza, quando non quello primario alla vita. Già, perché questa legge che vieta la c.d. propaganda omosessuale (se così può davvero definirsi essere se stessi orgogliosamente e pubblicamente) non è solo una legge, ma il braccio armato di una violenza bieca ed ignorante, cieca; un nulla osta per l’odio di chi in terra russa dà vita a veri e propri squadroni del terrore che perseguitano la popolazione LGBTQ reale o presunta con violenze fisiche e psicologiche, pestaggi e umiliazioni di ogni genere. Il tutto spesso e con orgoglio a favore di telecamera, perché sono gli stessi aguzzini a rendere disponibili online i video delle spedizioni punitive. Eppure non tutti vogliono vederli. Ciò che oggi richiama la nostra attenzione e motivo di questa lettera è infatti il vergognoso silenzio dei mezzi di informazione a riguardo e la mancata azione dell’Unione Europea e degli organismi internazionali. Da parte dei mezzi di informazione italiani la notizia ha avuto infatti un’eco lieve e quasi mai approfondita, che al di là della notizia del momento (es. caso Isinbayeva ) non è andata ad indagare cosa realmente stia succedendo in Russia.Ciò che sappiamo lo dobbiamo a internet, non certo a loro. E d’altronde ci siamo abituati, perché argomenti come omotransfobia, omosessualità e diritti LGBTQ sembrano essere ancora in Italia qualcosa di cui non si deve parlare troppo. Ma la domanda che ci sorge spontanea è: con quale giustificazione può un Paese che si definisce “civile” come l’Italiatacere di fronte ad una così evidente violazione dei diritti umani? Mentre in Russia si deposita una proposta di legge per la revoca dei diritti parentali sui figli nei confronti delle persone omosessuali, possiamo ancora tacere? Dopo il silenzio dell’Italia al G20 (mentre ricordiamo le prese di posizione di altri Capi di Stato) e i pareri espressi a riguardo dal Ministro degli Esteri Bonino, possiamo noi italiani aspettarci una ferrea presa di posizione da parte di chi ci rappresenta? O i diritti umani in Russia valgono meno che in Siria? Giacché anche in seguito ai frequenti casi di omo-transfobia, culminati spesso con suicidi di ragazzi che hanno più o meno la nostra età, non si riesce in Italia ad emanare una legge che punisca le aggressioni di matrice omotransfobica o ad attuare politiche sociali che la prevengano, forse conosciamo già la risposta.
Cordiali saluti, Liberty Queer Sassari