“Pediatri di libera scelta: ingiustificato sopprimere il Servizio”
L'opinione della Dott.ssa Paola Correddu
La nascita della figura del Pediatria di Libera Scelta risale a 40 anni fa quando la L.n°833/78 istituiva il Servizio Sanitario Nazionale con l’intento di garantire ad ogni cittadino uguale tutela della salute e livelli uniformi di assistenza medica di base, specialistica ed ospedaliera. Una grande conquista che ha consento, finalmente, di affidare la tutela globale della salute del bambino, sino al termine dell’età evolutiva, ad una figura professionale non solo specializzata nelle patologie e nello sviluppo psico fisico di questo arco della vita ma anche in grado di assicurare la continuità dell’assistenza vista la sua presenza sul territorio.
Per i più piccoli, da 0-6 anni, è sancito il principio dell’esclusività per il pediatra mentre per quelli di età compresa tra i 6-14 anni venne lasciata ai genitori la libertà di scegliere se affidarli alle cure di un medico pediatra o a quelle di un medico di medicina generale. Nell’arco di questi decenni, grazie all’attività dei pediatri di famiglia, sono stati portati avanti progetti che hanno dato particolare rilievo alla prevenzione e alla promozione dei buoni stili di vita, e questo ha consentito un rapido miglioramento delle statistiche di morte e di morbilità in età pediatrica, un netto miglioramento della qualità di vita e di salute dei bambini e degli adolescenti, la scomparsa di gravi condizioni epidemiche e la riduzione del numero e del tempo dei ricoveri in ospedale.
Insomma, un fiore all’occhiello del SSN, se si considera che il tasso di mortalità da 0-5 anni è sceso a 4 x1000, inferiore a quello medio europeo e a quello degli Stati Uniti, e il tasso di mortalità infantile da 0-1 anno è sceso a 3,3 x 1000, terzo solo a quello della Svezia e della Francia. Questi lusinghieri risultati ottenuti in un breve arco di tempo , frutto di riforme politico-sanitarie lungimiranti attuate su tutto il territorio nazionale, dello sviluppo di una cultura dei diritti dell’infanzia prima inesistente, dei progressi della scienza e dalla medicina, sembrano però non essere sufficienti ad escludere un servizio così importante e fondamentale dalla mannaia dei tagli in sanità.
Ed è così che nella nostra Regione, la Sardegna, si tenta di risparmiare anche sulla pelle dei bambini, favorendo la progressiva estinzione del servizio di pediatria di libera scelta, in barba alle promesse politiche a favore della famiglia e contro la denatalità e lo spopolamento. E’ questa chiave di lettura per interpretare la decisione presa dall’ATS, unilateralmente,senza consultare né i cittadini né tanto meno i medici, di non sostituire i due pediatri di Alghero andati in pensione, affidando di imperio la cura dei piccoli da 0-6 anni ai medici di medicina generale che, consapevoli di essere privi di competenze specifiche, hanno rifiutato di prenderli in carico.
Una decisione studiata a tavolino e non certo estemporanea, visto e considerato che il pensionamento dei medici era risaputo da tempo, parte di un progetto ben più ampio nel quale rientra il progressivo superamento del servizio di Continuità Assistenziale con chiusura dei punti guardia, la riduzione del numero dei medici di famiglia sul territorio, con una taglio di ore di assistenza oltre che del personale medico, al fine di divezzare i cittadini dall’abitudine di avere un medico di sanità pubblica a portata di salute e favorire la sanità privata.
E così, tra Alghero e Olmedo, ci sono centinaia di bambini neonati o di pochi anni, privi di assistenza sanitaria sul territorio, discriminati rispetto ai loro coetanei, vittime della insensata razionalizzazione della spesa sanitaria e della logica dei numeri che tanto piace all’Assessore Arru, la logica dei numeri che predomina sulla logica dei diritti, che sottende ad una valutazione meramente economica anche di ciò che non ha prezzo come la vita umana. Bene fanno le mamme di Alghero e di Olmedo a scendere in piazza per dare voce ai loro figli, con una protesta coraggiosa che farà da apripista a quella di altre mamme di altre comunità, contro lo smantellamento della sanità pubblica anche sul territorio e contro l’estinzione del medico pediatra di libera scelta.
E fanno bene a chiedere all’Assessore Arru, anche attraverso il tramite dei politici del territorio, che quello rivolto al Direttore Generale dell’ATS di attribuire un nuovo incarico, a tempo determinato, per un pediatra di libera scelta, in applicazione dell’Art. 37 dell’ACN dei pediatri di libera scelta, non sia un cortese invito ma un impegno preciso, evitando quel balletto dello scaricabarile a cui troppo spesso i cittadini sono costretti ad assistere.