“Rosso di mare”, Alghero valorizza e protegge il Riccio
Al via un'importante campagna di sensibilizzazione e controllo sulla pesca abusiva e la valorizzazione e promozione degli otto ristoranti, riconoscibili dalle colorate vetrofanie riportanti il prelibato riccio, che hanno sottoscritto l'impegno ad acquistare il prodotto solo dai canali autorizzati. "La tutela del riccio passa si dal controllo, ma anche dalla consapevolezza dei consumatori che sanno di aver a che fare con una risorsa limitata, pregiata e da tutelare" ricorda l'assessora allo Sviluppo Economico del Comune di Alghero, Ornella Piras
La Rassegna dedicata al prelibato Riccio di Mare giunge alla sua 4° edizione. Un traguardo importante, tenuto conto della crescente pressione sulla risorsa che sta suscitando seri interrogativi
in termini di sostenibilità. Già dall’anno scorso, per far fronte alla crescente domanda e, parallelamente, evitare l’impoverimento eccessivo dei mari, nel tentativo di garantire un adeguato equilibrio nell’ecosistema, si è ritenuto opportuno trovare il giusto compromesso tra la necessaria esigenza di conservazione della risorsa ittica e l’altrettanto legittima aspirazione a rendere adeguatamente redditizia l’attività di pesca e di somministrazione del prodotto.
“Un importante accordo di filiera finalizzato alla tutela e salvaguardia del Riccio di Mare è stato firmato tra l’Associazione Pescatori Subacquei Professionali del Nord Sardegna affiliati a Coldiretti Impresapesca e la Confcommercio – dichiara l’Assessora allo Sviluppo Economico del comune di Alghero, Ornella Piras-. Allo stesso modo, anche la Regione Autonoma della Sardegna, sulla base delle risultanze di studi scientifici, che hanno evidenziato un preoccupante calo della risorsa, ha condiviso con i pescatori professionali i tempi e le modalità di raccolta con un carattere maggiormente restrittivo. Ciò nonostante, le maggiori criticità risiedono nel preoccupante fenomeno della pesca abusiva, caratterizzata dal prelievo di esemplari molto spesso sottotaglia e la successiva vendita del prodotto al di fuori dei circuiti di controllo igienico-sanitario, amministrativo e fiscale. Inoltre, poiché la polpa di riccio di mare è un prodotto altamente deperibile, la normativa impone il rispetto delle norme igienico-sanitarie specifiche anche da parte degli esercizi di ristorazione che effettuano la somministrazione diretta al consumatore, la cui inosservanza comporta pesanti sanzioni pecuniarie amministrative, con risvolti anche di natura penale”.
“Le ricerche effettuate in Sardegna, inoltre, hanno permesso di evidenziare le significative differenze tra la carica microbica dei ricci provenienti dal mercato legale e quella delle gonadi acquistate dai
rivenditori abusivi. I pescatori professionali, infatti, non solo sono in grado di garantire il prelievo da zone di raccolta non a rischio, ma anche di osservare corrette modalità di manipolazione, confezionamento e conservazione, che rappresentano aspetti fondamentali per il mantenimento delle caratteristiche qualitative delle gonadi di riccio di mare. Essi devono compilare giornalmente, tenere a disposizione e trasmettere mensilmente al Servizio Pesca dell’Assessorato all’Agricoltura, il “giornale di pesca”, in cui sono indicate le attività svolte, la zona e le modalità di pesca, le quantità prelevate, la destinazione del pescato, la località di sbarco e il riferimento dei documenti di accompagnamento. Inoltre, hanno l’obbligo di osservare le norme comunitarie, nazionali e regionali relative alle misure igienico-sanitarie e inerenti la tracciabilità dei prodotti della pesca”.
Nel periodo invernale, inoltre, molto spesso le condizioni meteo-marine avverse, non permettono loro di svolgere le normali operazioni di pesca, ciò a scapito dei notevoli investimenti sostenuti per garantire il rispetto delle norme. Per tutte queste motivazioni, l’Amministrazione Comunale ha invitato i ristoratori ad aderire ad un’importante iniziativa, sottoscrivendo un accordo finalizzato alla tutela e salvaguardia del riccio di mare attraverso il rispetto di un capitolato d’onore, che tende a salvaguardare il futuro del Bogamarì, elemento fondante della tradizione storica Algherese. “Per queste motivazioni, quest’anno, la tradizionale rassegna del riccio di mare diventerà l’occasione per una campagna di sensibilizzazione. Nei Ristoranti che sottoscrivono questo accordo e che
saranno facilmente indentificabili da una vetrofania fornita dall’Amministrazione Comunale e affissa in maniera ben visibile nei propri esercizi, saranno venduti soltanto ricci prelevati dai pescatori subacquei professionali abilitati aderenti all’Associazione e selezionati nel rigoroso rispetto delle regole e delle buone pratiche che tendono a garantire la sostenibilità della risorsa ittica”.
“Non verrà venduto alcun riccio di altra provenienza e/o privo delle necessarie certificazioni ed autorizzazioni, così da aumentarne il valore intrinseco e di mercato che si potrà dare al piatto
somministrato. In questo modo i ristoratori ed i pescatori subacquei professionali del Nord Sardegna diventeranno protagonisti insieme all’Amministrazione Comunale di un’azione concreta a salvaguardia della risorsa, operando un commercio trasparente ed etico volto a combattere la pesca abusiva ed il mercato nero della polpa di riccio che ne stanno mettendo a rischio lo stato di conservazione” – conclude l’assessora Piras.