Sospeso il calendario venatorio: delusi cacciatori e ambientalisti
«Anche quest’anno l’inizio della stagione venatoria è segnato da una battaglia a colpi di carte bollate dalla quale il governo regionale esce senz’altro sconfitto». È l’affondo del consigliere regionale del Partito Democratico, Valerio Meloni. L’esponente sassarese del Pd non usa troppi giri di parole per commentare la sentenza con cui il Tar della Sardegna ha bocciato il calendario venatorio per la stagione 2013-2014, adottato dal Comitato faunistico regionale presieduto dall’assessore regionale dell’Ambiente, Andrea Biancareddu.
«Di fronte a un tema così delicato come la stagione della caccia, che divide buona parte del popolo sardo in maniera netta e perentoria, servirebbe un minimo di accortezza in più e maggiore rispetto per le leggi e per il buon senso», è il commento con cui Valerio Meloni attribuisce alla Regione ogni responsabilità del caos cui si sta per andare incontro. «È davvero ridicolo che ogni anno si passi attraverso gli stessi errori – insiste – dimostrando l’assoluta incapacità di mediare tra esigenze che, per quanto contrapposte tra loro, sono assolutamente legittime e per questo tutelate da norme che andrebbero semplicemente rispettate».
L’ordinanza depositata ieri dal Tar della Sardegna ha sospeso il calendario venatorio in cui era previsto per domenica prossima l’inizio della stagione della caccia. Al Tar si erano rivolte la Lega per l’abolizione della caccia, l’associazione Vittime della caccia e l’associazione Earth, che contestavano tra le altre cose la mancata acquisizione del parere preventivo dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Motivo per cui il Tar ha accordato la sospensiva e bloccato l’inizio della stagione della caccia nell’isola.
«Siamo di fronte a una situazione del tutto simile a quella di un anno fa», lamenta Valerio Meloni, secondo il quale «a distanza di altri dodici mesi dobbiamo rilevare la totale mancanza di un piano faunistico-venatorio da parte della Regione, nonostante le promesse e gli impegni assunti». Ma se attraverso l’ordinanza del Tar sono fatte salve le ragioni degli ambientalisti, «chi risarcirà i cacciatori che già avevano pagato le tasse governative, quelle regionali e le assicurazioni obbligatorie per partecipare alla stagione di caccia che per il momento è saltata?», si chiede polemicamente il consigliere regionale che milita nelle file dell’opposizione al governo Cappellacci, a giudizio del quale «sarebbe anche ora di smetterla di sottoporre un’intera categoria di cittadini a una simile mortificazione a causa della totale mancanza di regole».