Alghero: polizia locale risponde all’appello del Papa
Abbiamo voluto riportarvi l’esperienza diretta di uno dei cinque agenti di polizia locale algherese che hanno coadiuvato l’intervento di vigilanza a Cagliari in occasione della visita di Papa Francesco. “Un emozione irripetibile che resterà nella memoria di tutti i fedeli e non che sono arrivati a Cagliari” – ci ha raccontato Andrea Becciu, testimone dell’incredibile atmosfera di fede che ha circondato la città. Cagliari ha chiesto l’aiuto di altri comandi poichè l’evento avrebbe richiamato tantissime persone non solo provenienti dall’isola ma da tutta Europa, e Alghero ha risposto prontamente. 5 agenti, tre uomini e due donne, insieme ai comandi di Sassari e Olbia, gli unici del nord Sardegna che hanno risposto all’appello. Vogliamo anche precisare che questa missione lo è stata nel vero senso del termine. Nessuno di loro è stato pagato per la trasferta. E anche questo inorgogliesce la città di Alghero. Anche in virtù del fatto che da Alghero sono partiti una decina di pullman e tantissimi si sono mossi con le confraternite e gruppi ecclesiasitici, quindi la partecipazione dell’Alguer era davvero massiccia. “Abbiamo temuto di dover regolare il traffico fuori dalla città, ma la disposizione del controllo ci ha visti vicini al passaggio del Santo Padre e lo abbiamo visto da vicino. La commozione della gente è stata incredibile, come incredibile vedere la gioia e la compostezza delle persone che si sono riunite in preghiera. Il rispetto per la nostra divisa è stato esemplare, come molto piacevole la predilezione che i cagliaritani hanno dimostrato per la città di Alghero. Molti conoscendo la nostra provenienza hanno espresso parole di grande attaccamento alla città di Alghero”.
“Mi sono commosso e stupito di fronte ad un fedele che ha instaurato un dialogo con me sul calcio, parlando del calciatore Giorico, algherese, che militava nel cagliari e che oggi è in prestito ad un’altra società. Poi mi ha chiesto di prendergli le gomme che aveva in tasca, di scartargliele e di mettergliele in bocca. Io non capivo perchè mi avesse chiesto di aiutarlo in quell’operazione per me naturale. Poi ho notato le sue braccia abbandonate dietro la schiena, era malato di Sla, e non aveva capacità motorie tali da potergli permettere l’uso delle braccia anche per le cose banali come scartare ua gomma. Era li, che sorrideva, parlava di Alghero e del fatto che presto o tardi sarebbe tornato in visita alla città. Lui, e tanti malati, quel giorno, hanno voluto abbracciare la speranza e la fede che si respirava nell’aria”. L’esperienza del nostro concittadino Andrea, cosi come tutti gli altri algheresi che sono andati a Cagliari resterà impressa e indelebile, come esperienza di vita, di grande amore per un uomo che non si pone sul pulpito ma in mezzo alla gente. “E’ stato davvero stancante, 15 ore ininterrotte di vigilanza, ma nel cuore questa stanchezza non l’ho mai sentita”.