Borutta, ritorna la Bastida di Sorres
La nona edizione sarà dedicata al Padre Antonio Musi
Nove edizioni d’impegno costante per raccontare le radici del Meilogu, creare un rapporto diretto con la propria storia, avvicinare la comunità a riscoprire il proprio paese. L’amministrazione comunale di Borutta ripropone dal 23 al 25 agosto la Bastida di Sorres, rievocazione storica della battaglia del 1334 tra Doria e Aragonesi. Figuranti con vestiti dell’epoca, armature scintillanti e accampamento medievale nel suggestivo scenario della maestosa cattedrale di San Pietro di Sorres.
Ed è proprio al custode della basilica, l’abate Padre Antonio Musi, scomparso all’improvviso domenica pomeriggio, che è dedicata questa edizione. Profondo conoscitore e amante della storia, fu uno dei promotori della manifestazione, dall’interno della cabina di regia ha aperto le porte del monastero per renderlo fruibile al pubblico e farlo divenire parte integrante, se non fulcro stesso, dei tre giorni di evento. “Anche questa nona edizione è stata programmata e organizzata con Padre Antonio, ed è per questa ragione che abbiamo scelto di proseguire con la sua organizzazione dedicandola a lui che veglierà sul Meilogu”, spiegano dall’amministrazione comunale di Borutta.
E la Bastida di Sorres non è più infatti una manifestazione della sola comunità di Borutta ma l’evento del Meilogu, anno dopo anno i paesi limitrofi stanno contribuendo alla sua buona riuscita, ciò a dimostrazione del fatto che i tempi sono maturi per il salto di qualità del decennale e per raccontare degnamente la battaglia di Sorres alle comunità e far conoscere le radici dei nostri paesi.
Il programma, che prenderà il via venerdì 23 agosto, è fitto, ricco di novità e nuovi partecipanti in costume medievale. Cinque i gruppi di figuranti isolani e uno proveniente dalla Toscana che ravviveranno l’accampamento che sarà allestito nella piana di Sorres. Anche quest’anno il falconiere Alessandro Vicini insieme a Faisca de Luz trascineranno il pubblico nella romantica ed emozionante danza riturale dove la portatrice del Fuoco Sacro s’imbatterà nel falconiera e la poiana suggellerà il loro incontro passando fra loro e le fiamme. L’associazione Occhi di Falco, invece, guiderà i partecipanti in una esibizione didattica e coinvolgente con i rapaci. Tre giorni di festeggiamenti medievali, scene di vita quotidiana, battaglie, giullari, acrobati e cavalieri. Il tuffo nel medioevo sarà completo e aperto a tutte l’età.