Il Buon Samaritano, i naufraghi e le migrazioni
L'opinione di Vittorio Guillot
Oggi ho sentito una omelia che mi è piaciuta veramente molto. Premetto di non essere un esperto in teologia e che non sempre sono d’accordo con ciò che dicono i preti. Mi è piaciuta, però, l’omelia con cui è stata spiegata la parabola del Buon Samaritano. In sostanza il sacerdote ha detto che chi è in difficoltà, chi soffre e chi è in pericolo deve essere soccorso, assistito, salvato. Solo un criminale potrebbe pensare che non debba essere dato aiuto a chi rischia la vita in mare o in terra. Perciò fece bene il Samaritano che, raccolto e aiutato un poveretto mezzo ammazzato dai banditi, lo condusse nella più vicina locanda, scelta da lui e non dal malcapitato .’Non è mica scritto- ha osservato il prete- che la scelta della locanda spettasse allo sfortunato viandante e che il Samaritano non dovesse pensare anche alle proprie concrete possibilità, magari alle proprie finanze! Certo, avrebbe potuto anche ospitare il disgraziato in casa sua e offrirgli un bicchiere d’acqua, od una minestra calda e disinfettargli e fasciargli le ferite. Però non era strettamente obbligato ad aiutarlo in tal modo . L’importante era che il soccorso fosse adeguato alla disgrazia! Così ,forse per una questione di pratica opportunità, lo condusse in quella locanda.
Va da sè che, se avesse trovata chiusa quella locanda, avrebbe dovuto portarlo il più rapidamente possibile da qualche altra parte. Allo stesso modo, un naufrago dovrebbe essere portato nel porto più idoneo a riceverlo (io ho pensato a Sfax o a Malta) . Il Buon Samaritano dette al locandiere anche dei soldi per pagare le spese. Passata l’ emergenza, però, il malcapitato sarebbe dovuto ritornare a casa sua. Infatti non sarebbe stato né logico né giusto che il soccorritore lo mantenesse ‘vita natural durante’. Se fosse successo un fatto del genere, il viandante, più che a un disgraziato, sarebbe somigliato a quel furbacchione di un famoso film di Totò, che, approfittando del soccorso, si faceva mantenere dal suo soccorritore. Ma quello era, appunto, un film di Totò!. In ogni modo, ciò non sarebbe stato né giusto né logico sia perché non è detto che il Samaritano disponesse dei quattrini sufficienti per mantenerlo e neppure di una stanza in cui ospitarlo decentemente.
Il cristianesimo, in ogni modo, non è dabbenaggine. E’ amore, giustizia e pace sia per coloro che hanno bisogno di aiuto che per coloro che lo offrono. A questi ultimi si deve chiedere di assistere i poveri, gli assetati, gli affamati, i malati, i carcerati, gli orfani ed i senza tetto. Non gli si può chiedere, però, di dare del loro fino a ridursi in miseria e, così , non risolvere i problemi dell’umanità dolente ma ingigantirli . Inoltre non sarebbe stato neppure prudente tenere uno sconosciuto in casa , magari a contatto con persone deboli ed indifese . Il Vangelo, infatti, non afferma, così almeno ha continuato il prete, che la Carità debba essere esercitata senza la necessaria prudenza . ‘Anche noi preti- ha fatto notare – Quando non possiamo vigilare su chiese e conventi, chiudiamo i portoni e persino il Vaticano ha posto la sua gendarmeria ai suoi ingressi! Infatti il cristianesimo non è mai arrendevolezza ma lotta contro il male. Ciò è vero tanto che il Vangelo non afferma affatto che non debbano essere informate le autorità delle situazioni di pericolo, come la presenza di malfattori, perché possano metterci rimedio . Il Vangelo, addirittura, non predica il pacifismo del ‘quieto vivere’ .vigliacco .Dice , piuttosto, che , per far trionfare il bene, i padri debbano persino mettersi contro i figli ed i figli contro i padri ’ Personalmente questa predica mi è piaciuta moltissimo e spero che quel prete diventi per lo meno vescovo. Ho anche pensato che sarebbe stato bello che la avessero sentita molti altri fedeli e, magari, tanti ‘atei devoti’, abituati a interpretazioni delle Scritture fondate su vaghe fantasie, spesso generose anche se puerili e pericolose .
A questo punto, poiché credo che la spiegazione delle Parabole abbia senso proprio perché ci fa riflettere, mi è anche venuta da fare qualche altra personale osservazione. La prima è che , non negando la necessità del soccorso agli autentici naufraghi , vorrei che l’Italia, l’Europa , l’ONU ed il Vaticano, ognuna per quanto riguarda le proprie responsabilità, anziché limitarsi a piangere calde lacrime sui problemi e sui morti delle migrazioni ed a scaricarli sull’anello più debole della catena, che a mio avviso è l’Italia, si impegnassero per troncare le ossa alle organizzazioni criminali che li sfruttano .Queste, infatti, come i ladroni della parabola, pur di fare tanti e tanti quattrini, non esitano a mettere a rischio la vita di migliaia di esseri umani, caricati su imbarcazioni sgangherate. Eppure nessuno neppure parla abbastanza di questo aspetto criminale della faccenda! Ho anche pensato che sarebbe ancora meglio che l’Italia. l’Europa, , il Vaticano e l’O.N.U. si impegnassero per prevenire le devastanti migrazioni di massa e le tante tragedie che le caratterizzano, cercando di curare i mali dell’Africa nei Paesi di origine. Queste, ovviamente, sono mie personali considerazioni, che vanno oltre alle parole dell’ omelia ma che non le contraddicono. Almeno così pare!