Delibera antifascista, “Giusto cancellare un’aberrazione giuridica”
I capigruppo consiliari di maggioranza: "Giusto cancellare un’aberrazione giuridica che dichiarava tutti fascisti fino a “dichiarazione contraria”
“I principi democratici sono ampiamente garantiti nella nostra città. Non è stata certamente la delibera demagogica e irrispettosa dei diritti dei cittadini, recentemente revocata, a garantirli. Piuttosto quei principi erano, sono e saranno garantiti ben più saldamente e concretamente dalla nostra Costituzione e dall’ordinamento dello Stato Italiano”. Così in una nota i capigruppo di maggioranza Nunzio Camerada, Christian Mulas, Monica Pulina, Nina Ansini, Alberto Bamonti, Maurizio Pirisi e Roberto Trova, che intervengo sulla scelta, ampiamente criticata da movimenti e associazioni (LEGGI), di cancellare.
“Una delibera – prosegue la nota – di facciata e di propaganda partorita nel 2018 dalla Giunta Bruno, alla continua ricerca di visibilità, che addirittura vorrebbe sostituirsi alla Costituzione e alle altre leggi dello Stato. Non è certamente alla Giunta comunale che compete il compito di produrre norme in materia di apologia e propaganda fascista o a tutela di altri principi fondamentali: la Costituzione e la legge lo fanno già”.
“Tanto clamore per nulla quindi, giusto per chiarire che la Giunta Conoci ha voluto solo ed esclusivamente mettere ordine, eliminando la demagogia e lasciando ai capisaldi legislativi la tutela dei principi costituzionali e dei diritti dei cittadini. Tutti hanno diritto di utilizzare gli spazi pubblici nel rispetto delle leggi, senza che questo diritto subisca una compressione ed un inutile e mortificante appesantimento. Quella delibera dichiarava di fatto tutti fascisti sino a “dichiarazione contraria”. Una vera aberrazione giuridica, una offesa verso i diritti costituzionalmente garantiti. Una delibera atta solo a soddisfare i più deleteri atteggiamenti praticati da certa politica intollerante”.
“La delibera approvata dall’esecutivo Conoci – proseguono i capigruppo – spiega infatti che i principi richiamati dalla deliberazione n° 316 del 13 settembre 2018 sono ampiamente garantiti da puntuali disposizioni di legge, e che ogni ulteriore specificazione è, di fatto, non rispettosa dell’assoluta tutela che la Costituzione e le leggi citate già ampiamente ed esaustivamente garantiscono. Nessun atto antidemocratico, ne, tantomeno, alcun attacco alla Costituzione della Repubblica Italiana, piuttosto il suo rispetto “abbandonato” con l’adozione di quella delibera”.
“Rispediamo ai mittenti l’accusa di aver posto in essere un atto antidemocratico e anticostituzionale. Siano essi rispettosi della Costituzione che dichiarano di conoscere dimostrando invece di ignorarla completamente. Piuttosto, questo atteggiamento evidenzia inequivocabilmente la intolleranza verso chiunque abbia idee e valori diversi. Non esiste alcun pericolo ad Alghero per la democrazia, ci mancherebbe che un’amministrazione locale possa cancellare leggi cardine del nostro ordinamento giuridico o svuotarle di valore”.
“Sarebbe perfino inutile ricordare che i valori democratici e antifascisti che governano l’agire dei partiti che hanno vinto le passate elezioni comunali sono proprio quelli che si rifanno alla Costituzione e nessuno di questi partiti si colloca fuori e contro i suoi principi. Ai neo “antifascisti” di maniera, ai paladini dei diritti un tanto al chilo, che insorgono indignati per la cancellazione della delibera della Giunta Bruno una sola domanda: ma nelle città in cui non esiste una delibera analoga che imponga la sottoscrizione di un codice di adesione ai principi dell’antifascismo per poter esercitare il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, e consta siano la grande maggioranza dei Comuni italiani, ci troviamo in presenza di città antidemocratiche e che fanno l’occhiolino ai fascisti? La ovvia risposta: certamente no! In caso contrario, da grandi giuristi quali pensano di essere, denuncino tutte quelle amministrazioni” – concludono dalla maggioranza.