Una gamba bionica che si controlla con la mente
Nel 2009 perse una gamba in un incidente di moto; diverso tempo dopo Zac Vawter, programmatore di Seattle oggi 32 anni, veniva sottoposto ad un intervento che gli avrebbe consentito di riconquistare le funzioni dell’arto mancante grazie all’impianto di una protesi di ultimissima generazione particolarmente sensibile e in grado di funzionare esclusivamente con il pensiero. Grazie alla sua “gamba bionica”, già nel novembre del 2012, Zac Vawter era riuscito a salire gli oltre cento piani del Chicago Willis Tower, giungendo fino alla sommità dell’edificio (fino alla fine degli anni ’90, il più alto del mondo) e raggiungendo il proprio primo record personale.
Oggi il New England Journal of Medicine ha reso noti in un articolo i risultati del lavoro che ha portato al successo nell’impianto su un paziente del dispositivo realizzato Rehabilitation Institute of Chicago (RIC); al progetto i medici e ricercatori hanno lavorato per quattro anni, vista la complessità dell’obiettivo da portare a termine: una gamba artificiale, infatti, è uno strumento ancor più complesso di un arto superiore poiché deve essere calibrata per portare il peso del corpo, necessitando dunque di motori più potenti che, tuttavia, non possono raggiungere dimensioni troppo ingombranti. Certo, il modello di Vawter può essere definito ancora un prototipo in fase di sperimentazione, ma i risultati al momento si direbbero conformi alle più rosee aspettative, lasciando intravedere un notevole passo avanti rispetto alle vecchie protesi i cui risvolti potrebbero essere notevoli, una volta che sarà immesso sul mercato.
Prima della fase di impianto è stato necessario sottoporre prima il paziente ad un delicato intervento per dirigere i nervi del muscolo danneggiato verso la parte posteriore della coscia, dove non avevano subito danni permanenti: a questi è stata collegata la protesi con il suo microcomputer che elabora i segnali provenienti dal cervello traducendoli rapidamente nel movimento che la persona vuole fare. La realizzazione di un sistema così complesso e preciso è stata resa possibile anche grazie ad un massiccio finanziamento erogato dall’esercito americano che, con un investimento di otto milioni di dollari, spera di riuscire un giorno a far fronte alle migliaia di soldati mutilati in giro per il mondo; ora il prossimo passo sarà renderlo ancora più leggero e silenzioso e con una durata maggiore per le sue batterie.
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