I ragazzi di Rondine incontrano gli studenti di Bono

«Per affrontare i conflitti senza nascondersi occorre costruire un dialogo con gli altri, mettendosi al loro posto e cercando di guardare le cose dalla loro prospettiva». Quella di Shua, studentessa palestinese, è stata la miglior lezione con cui potesse iniziare l’anno scolastico per i cento allievi delle ultime classi dell’istituto agrario “Enrico Fermi” e del liceo scientifico “Antonio Segni” di Bono. Sono stati loro i protagonisti di “La pace è possibile”, la manifestazione pensata e organizzata dalla presidenza e dal settore Istruzione della Provincia di Sassari insieme a Rondine, la onlus che ha sede in un omonimo borgo medievale in Provincia di Arezzo, ribattezzato come la “Cittadella della pace”, in cui ha sede permanente lo studentato internazionale: ragazzi provenienti dalle diverse aree della terra che vivono in conflitto studiano e nel frattempo sperimentano la convivenza col proprio nemico, imparando a conoscerne e capirne le ragioni.

Nell’ambito di una collaborazione che va avanti ormai da diversi anni, Rondine e Provincia hanno elaborato una serie di progetti per coinvolgere i giovani sardi in questo percorso di pace, di sviluppo e di progresso culturale e materiale dedicato alla sponda Sud del Mediterraneo. «Tra le tante attività ideate e sostenute, c’è anche il confronto tra il “pianeta scuola” e i giovani che vivono a Rondine un’esperienza così straordinaria», spiega l’assessore provinciale dell’Istruzione, Rosario Musmeci, promotore dell’iniziativa che sabato scorso ha visto gli studenti delle scuole assieparsi in aula magna e riempirla con tutto il loro entusiasmo per il messaggio di speranza trasmesso dai ragazzi dello Studentato, veri e propri ambasciatori di pace nel mondo. «Attraverso il confronto con l’esperienza di Rondine impariamo che la pace si costruisce attraverso gesti semplici e quotidiani, che possono rompere gli schemi dare l’avvio al cambiamento», ha detto in apertura dei lavori l’assessore provinciale dell’Edilizia scolastica, Gaetano Ledda, che essendo di Bono ha fatto gli onori di casa.

I giovani di Rondine hanno cercato di trasmettere agli studenti il senso dell’esperienza che stanno compiendo, e che si tramanda ormai da alcuni lustri, attraverso un incontro ricco di attività di gruppo e testimonianze dirette. «Occasioni del genere rappresentano per noi un simbolico passaggio di testimone, perché vogliamo che i nostri giovani diventino i migliori ambasciatori del nostro territorio», spiega il presidente della Provincia di Sassari, commentando con soddisfazione la riuscita della manifestazione di sabato scorso. «Abbiamo eletto il Nord Ovest Sardegna come Terra dell’amicizia – conclude Alessandra Giudici – lavoriamo affinché il confronto possa produrre occasioni di crescita e di sviluppo per il nostro territorio e per quelli con cui abbiamo aperto il dialogo».

2 Ottobre 2013