“Una strada o una piazza per il Canonico Antonio Michele Urgias”
Alberto Bamonti, Capogruppo dei Riformatori Sardi, chiede che venga esaminata la proposta di intitolazione di una nuova strada, piazza o altro luogo pubblico per l'Archivista dei primi dell’ 800 della Cattedrale di Alghero
Alberto Bamonti, Capogruppo dei Riformatori Sardi, chiede al Sindaco e al Presidente della Commissione Toponomastiaca Raffaele Salvatore che venga esaminata la proposta di intitolazione di una nuova strada, piazza o altro luogo pubblico per Il Canonico Antonio Michele Urgias (1771 – 1826 ), Archivista dei primi dell’ 800 della Cattedrale di Alghero.
“Il Canonico Antonio Michele (Raimondo) Urgias – spiega Bamonti – nacque ad Alghero il 10 Marzo 1771, da famiglia di modeste condizioni economiche. Conclusi i primi studi umanistici nelle scuole pubbliche cittadine, non potendo continuare gli studi universitari, per le scarse disponibilità economiche, intraprese da solo gli studi teologici. Divenuto sacerdote, unitamente alla cura pastorale si dedicò all’insegnamento privato, come precettore di lettere classiche di giovani rampolli dell’aristocrazia e della borghesia algherese”.
“Tra i numerosi discepoli il più famoso è senz’altro Giuseppe Manno. Lo stesso Manno, in epoca successiva, rimase così colpito dall’interpretazione cantata del Canonico Urgias, della parte di Gesù nel Passio della Domenica delle Palme del 1806 (Chiesa dei Carmelitani di Alghero), che compose e dedicò un bellissimo sonetto al suo stimato Precettore. Il componimento recava in firma l’originale formula: «Dell’Avv. Don Giuseppe Manno, un predileto discepolo del prelodato Sig. Urgias». Il Canonico, inoltre, si dedicò all’insegnamento della grammatica nelle scuole pubbliche e, nel 1813, venne promosso maestro di humanae litterae”.
“In ambito ecclesiastico, dopo aver ricoperto varie mansioni, ottenne, nel 1817, il Canonicato del titolo della Speranza, divenne membro del Capitolo della Cattedrale e conseguì l’incarico di Amministratore del Santuario di Valverde. Nel 1822 divenne archivista del Capitolo della Cattedrale, ufficio che lasciò pochi mesi prima della sua morte, avvenuta a soli 55 anni, il 10 Maggio 1826. È stato senza ombra di dubbio il primo storico-archivista della città di Alghero, che ha avuto il privilegio di parlare degli avvenimenti della sua amata Città, attingendo direttamente dai documenti originali, che poteva prima consultare e poi trascrivere in copia integrale”.
“Ricordiamo quando consultando l’Archivio Storico Diocesano, documentò la costruzione, ad opera di due Frati Minori Osservanti, dell’organo grande della Cattedrale (1744) e dell’orologio meccanico del campanile della stessa (1747), riportando con precisione i costi. Tra gli studiosi illustri che colsero l’importanza del suo operato, oltre al summenzionato Giuseppe Manno, ritroviamo lo storico sassarese Pasquale Tola, che all’atto della morte dell’archivista, ben conscio dell’ingente mole di lavoro che l’Urgias aveva fatto, cercò di entrare in possesso dei suoi manoscritti e soprattutto dei quaderni di memorie”.
“Tra gli altri ricordiamo anche il ricercatore Joan Armangué con lo studio “L’obra del canonge alguerès Antoni Michele Urgias” e il compianto Don Antoni Nughes che durante le sue ricerche, si era imbattuto in una voluminosa cartella verde, con su scritto “Notizie del Canonico Urgias”, contenente una vera e propria fortuna di immenso valore storico e culturale che riguardava l’Alghero del passato; in quel registro, il canonico Urgias, aveva annotato fatti e avvenimenti del passato, citando i documenti di riferimento e a volte persino trascrivendoli. Nonostante gli illustri personaggi che lo hanno ricordato, purtroppo si evince che gli Amministratori della sua amata Alghero continuano a dimenticarlo. Pertanto insisto che il suo ricordo sia reso vivo con la dedica di una pubblica via o di una piazza, perché questo sia da stimolo per ulteriori scoperte sulla nostra storia, lingua e tradizioni” – conclude il Capogruppo dei Riformatori Sardi, .