Sblocca debiti: Giudici e Daga: Provincia tra gli enti virtuosi
«La Provincia di Sassari è tra gli enti pubblici più virtuosi nei confronti dei suoi creditori, grazie allo “sblocca debiti” abbiamo restituito alle imprese 10milioni di euro in pochi mesi, nel frattempo la Regione sta a guardare e tiene bloccati soldi anche nostri». È un concentrato di soddisfazione e preoccupazione il commento del presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, al rapporto diffuso nei giorni scorsi dal Ministero dell’Economia a proposito dell’attuazione del decreto legge 35/2013 – il cosiddetto “sblocca debiti”, appunto – da parte di Ministeri, Regioni, Province e Comuni.
Attraverso il decreto era possibile richiedere nuovi spazi finanziari di manovra, non assoggettati al patto di stabilità, per saldare i propri debiti con le imprese. La provincia di Sassari aveva calcolato la necessità di uno “spazio finanziario” di poco superiore ai 10milioni di euro: soldi richiesti e ottenuti. «Si tratta di uno degli importi più alti fra quelli assegnati alle Province italiane», spiega l’assessore provinciale del Bilancio e delle Risorse finanziarie, Enrico Daga. Ma secondo quanto riportato anche dal quotidiano economico “Il Sole 24 ore”, «la Provincia di Sassari è al top in Italia, e prima assoluta fra gli enti del Sud, per i pagamenti effettivamente compiuti attraverso lo “sblocca debiti”, con una percentuale del 100%», aggiunge l’assessore.
Secondo il rapporto del Ministero dell’Economia, le Regioni e le Province procedono a passo spedito con i pagamenti dei debiti arretrati. Seguono, distaccati, i Comuni, mentre risultano più in affanno i ministeri, eccetto Economia, Salute e Istruzione. La classifica sulla velocità con cui la pubblica amministrazione sta approfittando di questa occasione per saldare i pagamenti arretrati è aggiornata al 24 settembre: a quella data erano stati già erogati dal governo 18 dei 20 miliardi complessivamente stanziati per lo “sblocca debiti”. Da luglio a oggi, le Regioni hanno raggiunto il 100% degli importi assegnati dal decreto legge 35/2013 per i debiti non sanitari: 1,44 miliardi pagati. Le Province seguono con l’88% di saldo degli arretrati su un totale di 1,2 miliardi assegnati. La percentuale restituita dai Comuni raggiunge il 43%, mentre i Ministeri si fermano al 17%: complessivamente, sono stati versati ai fornitori 11,3 miliardi sui 18 messi già a disposizione della pubblica amministrazione.
Il monitoraggio dell’Upi, l’Unione delle Province italiane, rivela che 29 Province sulle 107 che hanno richiesto risorse hanno già pagato tutto. Tra queste la Provincia di Sassari, che è prima al Sud col 100% di pagamenti per i dieci milioni richiesti, seguita dagli 8,5 di Messina. «La domanda di spazi finanziari non utilizzati per i pagamenti avrebbe comportato sanzioni per il nostro ente, e questo è il motivo per cui la maggior parte delle amministrazioni si è tenuta bassa al momento di formulare le proprie richieste», spiega Enrico Daga. «Noi abbiamo chiesto, ottenuto e pagato tutto il possibile senza margini di errore – aggiunge l’assessore – grazie al lavoro certosino del servizio finanziario dell’ente e dei settori tecnici, che hanno individuato gli esatti importi da richiedere».
Le attenzioni di Alessandra Giudici, invece, si concentrano sull’operato della Regione Sardegna. «La giunta Cappellacci non ha utilizzato l’opportunità fornita dal governo e non ha fatto alcuna richiesta di spazi finanziari – dice il presidente della Provincia – sostenendo anche pubblicamente e con soddisfazione di non averne bisogno e di aver pagato tutto». In realtà, «le somme dovute agli enti locali dalla Regione per il 2012 e per gli anni precedenti ammontano a diversi milioni di euro», attacca Alessandra Giudici, secondo la quale «si tratta di somme che non vengono liquidate perché ora la Regione sostiene di averle bloccate per i vincoli del patto di stabilità». Un controsenso, insiste il capo dell’esecutivo di piazza d’Italia, «che solo alla Provincia di Sassari costa 5milioni di euro, che ora sarebbero nelle nostre casse se la Regione avesse fatto richiesta di adeguati spazi finanziari».