Speranze contro il coronavirus dall’antiparassitario ivermectina: in vitro lo uccide in 48 ore
Un team di ricerca australiano ha dimostrato che il farmaco antiparassitario/antielmintico ivermectina è in grado di uccidere il coronavirus SARS-CoV-2 in sole 48 ore. L’efficacia è emersa in test di laboratorio in vitro, cioè su colture cellulari, dunque dovrà essere confermata anche sull’uomo. Il farmaco è già approvato dalle principali agenzie di controllo, è diffuso a livello globale, sicuro e costa poco.
Alla lista dei farmaci potenzialmente efficaci contro il coronavirus SARS-CoV-2 se ne aggiunge un altro molto promettente: l’antiparassitario o antielmintico con proprietà antivirali ivermectina. In test di laboratorio in vitro, infatti, il medicinale ha dimostrato che in sole 48 ore è in grado di ridurre di ben 5mila volte il virus responsabile della COVID-19 all’interno di una coltura cellulare. In pratica lo annienta del tutto, e ottiene una significativa riduzione già in sole 24 ore. Sottolineiamo che si è trattato di uno studio preclinico e in provetta, dunque per dimostrarne l’effettiva efficacia nel contrasto all’infezione causata dal patogeno emerso in Cina (tra il 20 e il 25 novembre, secondo uno studio italiano) saranno necessari approfonditi studi sull’uomo.
A rilevare le spiccate capacità contro il coronavirus SARS-CoV-2 della ivermectina (o ivermectin) è stato un team di ricerca australiano guidato da scienziati dell’Università Monash di Clayton, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell’autorevole Victorian Infectious Diseases Reference Laboratory presso il Royal Melbourne Hospital, che fa parte del Peter Doherty Institute for Infection and Immunity. Alcuni degli scienziati che hanno partecipato alla ricerca fanno parte del gruppo che per primo è riuscito a isolare il coronavirus al di fuori della Cina, un traguardo raggiunto successivamente anche dagli scienziati italiani dello Spallanzani di Roma e del Sacco di Milano.
L’ivermectina, che fa parte della famiglia delle avermectine scoperte dagli scienziati Satoshi Ōmura e William Cecil Campbell, è un farmaco antielmintico utilizzato con successo contro diverse patologie parassitarie causate da artropodi e nematodi; fra esse vi sono i pidocchi, la scabbia, la filariosi linfatica e l’oncocercosi o cecità fluviale. I due scienziati sono stati insigniti del premio Nobel per la Medicina nel 2015 proprio per l’efficacia delle avermectine (l’ivermectina è stata scoperta nel 1975) nel proteggere intere comunità da malattie gravi. Il farmaco è usato con successo anche in veterinaria, ad esempio per debellare la dirofilariosi da animali domestici e di allevamento.
Studi più recenti hanno fatto emergere le proprietà antivirali del principio attivo, ad esempio contro il virus dell’HIV (responsabile dell’AIDS), lo zika, la dengue e molti altri ancora. Gli scienziati che lo hanno testato sottolineano l’efficacia anche contro virus a RNA come il coronavirus SARS-CoV-2, ovvero il virus dell’encefalite equina venezuelana (VEEV) e il West Nile. È proprio alla luce di queste proprietà che i ricercatori guidati dalla dottoressa Kylie Wagstaff, ricercatrice presso il Monash Biomedicine Discovery Institute (BDI), hanno deciso di sperimentarlo in provetta contro il nuovo patogeno. “Abbiamo scoperto che anche una singola dose potrebbe essenzialmente rimuovere tutto l’RNA virale in 48 ore, e che anche a 24 ore si è verificata una riduzione davvero significativa”, ha dichiarato la ricercatrice in un comunicato stampa dell’Università Monash. In parole semplici, il farmaco impedisce al virus di replicarsi nelle cellule, e dunque lo distrugge.
Tra le caratteristiche più interessanti dell’ivermectina vi è il fatto che fa parte dell’elenco dei cosiddetti “farmaci essenziali” dell’Organizzazione mondiale della sanità, ovvero figura tra i più sicuri, efficaci e importanti da adottare. È dunque ampiamente approvato dalle principali agenzie dedicate alla regolamentazione dei farmaci, come l’FDA americana e l’italiana AIFA. Si tratta inoltre di un farmaco diffuso globalmente e dal costo molto ridotto. “L’ivermectina è ampiamente utilizzata e considerata un farmaco sicuro – ha sottolineato la dottoressa Wagstaff -, dobbiamo capire ora se il dosaggio a cui puoi usarlo negli esseri umani sarà efficace, questo è il prossimo passo”. Non resta che attendere l’approvazione dei primi studi clinici per sapere se effettivamente ci sarà un riscontro positivo. I dettagli della ricerca australiana “The FDA-approved Drug Ivermectin inhibits the replication of SARS-CoV-2 in vitro” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Antiviral Research.
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