Cisl lancia l’allarme per i numeri della cassa integrazione nel Sassarese

"Serve un’intesa straordinaria tra le forze del territorio o sarà il declino totale"

Nel Sassarese 4.500 lavoratori sono già in cassa integrazione per effetto dell’emergenza sanitaria, una situazione potenzialmente esplosiva che nel breve e medio periodo potrebbe produrre pesanti ricadute anche sulla coesione sociale, senza considerare l’economia di un territorio già provato da un decennio di crisi. Si tratta di un primo dato destinato a crescere in modo davvero sensibile.

Dati alla mano, la Cisl lancia l’allarme e avverte: “Serve un’intesa straordinaria tra le forze del territorio o sarà il declino totale”. Dall’analisi delle misure Cigo (cassa integrazione guadagni ordinaria), Fis (fondo di integrazione salariale) e Cigd (cassa integrazione guadagni in deroga) adottate per sostenere i lavoratori in questo momento terribile ecco il quadro in dettaglio: Terziario (Fonte Fisascat) 530 accordi sindacali, per 2.120 lavoratori interessati dall’utilizzo del Fis e della Cigd; Energia, moda chimica e affini (Fonte Femca): 22 aziende interessate, 307 lavoratori; Trasporti e igiene ambientale (Fonte Fit) 30 aziende coinvolte per un totale di 1.117 lavoratori; Edilizia e affini (Fonte Filca): 283 aziende colpite, 1.053 lavoratori; Metalmeccanici (Fonte Fim): 63 aziende colpite, 443 lavoratori. A questi vanno aggiunti gli accordi firmati a livello nazionale con aziende presenti nel nostro territorio e chiuse.

“L’emergenza sanitaria sta ricadendo malamente sulla Sardegna, sul Sassarese in particolare, sommando disagi in un contesto già abbastanza critico – sottolineano dal sindacato – Il Nord ovest della Sardegna vive da tempo una grave situazione economica e sociale, in una Sardegna mortificata dalle crisi del 2008 e del 2012 che nella classifica delle regioni aveva riportato l’Isola tra quelle più povere dell’Unione Europea determinando al contempo la chiusura o il ridimensionamento di centinaia di aziende”.

Da qui l’esigenza di un’intesa straordinaria che coinvolga le istituzioni e il sindacato confederale, uno sforzo comune e straordinario per lo sviluppo e la crescita del Sassarese. “Siamo convinti – spiega Pier Luigi Ledda, segretario territoriale della Cisl – che si possa invertire la rotta solo se si diventa promotori e protagonisti di una rivoluzione delle strutture produttive, dell’istruzione, della formazione, delle infrastrutture». «In questa prospettiva occorre mettere allo stesso tavolo sindacato, imprese e istituzioni per capire come ripartire e con quali strumenti, tenendo conto delle risorse che possono mettere a disposizione lo Stato e la Regione”.

“Nei luoghi di lavoro – incalza il segretario territoriale della Cisl – non dovranno mancare mascherine, guanti, occhiali protettivi, cuffie, camici, gel igienizzanti. Bisognerà garantire sanificazione, disinfezione e ventilazione degli spazi. Impedire assembramenti durante i trasporti e nelle linee produttive. Le distanze dovranno essere rispettate durante le fasi lavorative, ma anche negli spazi comuni. Negli spogliatoi, nelle mense e negli alloggi dei cantieri per le grandi opere. Occorrerà quindi riorganizzare i turni. E infine prendere tutte le precauzioni necessarie indicate dall’autorità scientifica, compresa la misurazione della temperatura dei lavoratori agli ingressi”.

“Siamo in campo con i delegati sindacali, con gli operatori del Patronato e del Caf, per sostenere le ragioni del lavoro, le speranze e le attese dei tanti che oggi vivono questa crisi – conclude Ledda – e che con timore affidano al sindacato la speranza di una rinascita. A tutti loro la Cisl garantisce presenza, impegno e sostegno in questo momento di grave emergenza senza precedenti”.

11 Aprile 2020