“Trump, la Cina e l’Europa”

L'opinione di Vittorio Guillot

Non sopporto Trump per la sua tracotanza, per la sua imprevedibilità che fa intuire una improvvisazione della sua politica, per la sua ambiguità nello schierarsi contro la violenza assassina di certi poliziotti verso i neri, per le folli prove di forza militaresche con cui vorrebbe reprimere le loro manifestazioni di protesta, per il suo atteggiamento contro la N.A.T.O., per la sua contradditoria azione in Medio Oriente. Trovo positiva solo la sua presa di posizione contro l’espansionismo che la Cina attua, per quanto riguarda l’economia, con forti aiuti statali che ‘drogano’ gli scambi commerciali e, quindi, la concorrenza.   

Non dimentichiamo che, grazie a quegli aiuti, le aziende cinesi, pur di conquistare il mercato, possono esportare i loro prodotti a prezzi bassissimi e addirittura in perdita. Ciò, a mio avviso, giustifica la ‘guerra delle tariffe’ avviata dalla amministrazione americana. Certo è una guerra che può avere sviluppi negativi anche per gli U.S.A., dato che tra loro e la Cina si sono nel tempo consolidati dei legami finanziari molto forti soprattutto perché quest’ultima ha acquistato una marea di ‘Titoli di Stato ‘americani. Ho l’impressione che, se il colosso asiatico li vendesse a basso prezzo, metterebbe in crisi le finanze pubbliche americane.

Credo, però, che difficilmente la Cina ricorrerebbe a questa arma perché anche le sue finanze subirebbero un contraccolpo negativo dalla svendita di quei ‘Titoli di Stato’.  Suppongo che gli U.S.A. abbiano tenuto conto di questo aspetto ma che abbiano ragionevolmente valutato questo rischio considerando che il totalitarismo cinese tende ad esercitare la sua egemonia su gran parte del mondo attuando un progetto che include la sua politica internazionale, la sua economia e lo sviluppo della sua potenza militare.   In questa ottica vanno viste anche le recenti iniziative di Trump in sostegno delle proteste degli abitanti di Hong Kong per difendere la democrazia e la autonomia della loro città e la costituzione intorno alla Cina un cordone di contenimento teso a dare assistenza ed a sottrarre dal protettorato cinese numerosi stati dell’area asiatico-pacifica.

E’ ovvio che gli americani non agiscono per filantropismo ma per mantenere la loro posizione predominante. A questo punto per me è triste vedere che l’Unione Europea, fortemente divisa al suo interno tra stati che colgono ogni occasione per farsi reciprocamente la forca, non sappia far valere i suoi diritti ed i suoi interessi legittimi in uno scenario mondiale che sembra evolvere verso nuovi assetti. Questa Europa purtroppo non riesce a svolgere un ruolo significativo neppure in quelle parti del mondo, come il Nord Africa ed il Medio Oriente, che hanno una importanza capitale per la sua stessa sopravvivenza.  Non è neanche in grado di sottoporre alle sue regole e tasse quelle multinazionali che fanno capo al capitalismo americano.

Non si pone neppure l’obiettivo di bloccare il rinascente espansionismo della Russia, ben presente, oltre che in Ucraina, anche in Siria e Libia, e che cerca di disgregare l’Alleanza Atlantica minacciando interruzioni della fornitura di gas ed allettando in vario modo certi movimenti politici europei. Purtroppo, ridotta in queste condizioni, l’Unione Europea, malgrado le sue grandiose potenzialità, non può porsi come soggetto autenticamente autonomo e sovrano per cui non le resta altro da fare che affidarsi alla alleanza dominata dall’America, sperando che questo padrone sia meno esoso e più tollerante degli altri.

Certo sarebbe tutt’altra cosa se Essa si costituisse in uno stato federale, fondato su valori comuni, con una sua Costituzione, un suo Governo ed un suo Parlamento. Una Federazione che avesse competenze solo ed esclusivamente sulla politica estera, compresi gli aspetti economici e la difesa, e regole comuni per tutto ciò che, nel suo complesso, coinvolgesse l’intera Unione ma rispettasse la totale sovranità degli stati associati per governare in modo assolutamente indipendente tutte le questioni che si risolvono entro il loro ambito. Una simile Europa potrebbe svolgere un ruolo di protagonista nel mondo e, in questo insieme, trarrebbero vantaggio tutti i popoli che la compongono. Purtroppo, osservando quanto succede ogni giorno, penso che questo obiettivo sia ben lontano dall’essere realizzato. Se mai verrà realizzato! 

Vittorio Guillot, 6 Giugno 2020