“Sbloccate progetti e opere per il bene di tutti”
L'opinione di Enrico Daga, imprenditore
Il tempo delle belle parole, degli annunci e delle frasi al futuro, direi, è da considerarsi terminato. I canonici cento giorni di inizio mandato sono passati da molto tempo, ed è ora di passare ai fatti.Per carità gli attuali Amministratori locali, cosi come per gli altri livelli di governo, hanno dovuto affrontare e stanno affrontando ancora, uno dei periodi più difficili di sempre. Ma pare che, grazie agli eroi che stanno contrastando in prima linea questo terribile male, nonostante le gravi lacune in ambito sanitario, si riesca ad intravedere una luce in fondo al tunnel della Pandemia. D’altro canto dalle nostre parti, in attesa di tornare alla normalità, non possiamo arrenderci e rischiare di “morire” per la crisi economica e i suoi effetti devastanti. Perciò penso sia indispensabile riprendere il “filo del discorso” dei temi legati allo sviluppo e crescita di Alghero e del suo territorio. Proprio ora che siamo nella fase più critica, serve programmare, imbastire, attrezzare il cantiere della ripartenza. La Primavera arriverà presto, e cosi anche i prossimi mesi che non possono scorrere invano al punto di non vedere alcun progetto realizzato che possa creare sviluppo e, soprattutto, speranza per imprese e famiglie.
L’elenco delle incompiute è sempre lo stesso: Porto, Palazzo dei congressi, Surigheddu e Mamuntanas, Rilancio turistico della destinazione, Rilancio del commercio, potenziamento del Parco, Rilancio della Bonifica storica, ecc. ecc. Ma tra le tante cose da ri-attivare, forse la più semplice, la più immediata se solo si volesse, anche per ciò che rappresenta dal punto di vista simbolico spesso inicata come enunciazione, direi che c’è il recupero del Caval Marì. Poco più di un anno fa non persi neanche un attimo nel celebrare l’annuncio dell’Amministrazione di Centrodestra del Sindaco Conoci che disse di volere recuperare e rilanciare l’ex Fuego. In quell’occasione ricordai ancora una volta quella che fu la mia idea per quella splendida struttura sugli scogli, compresa anche nel programma elettorale delle mia candidatura a sindaco di qualche anno fa, ovvero la creazione di un polo espositivo dove “mettere in mostra la bellezza e la competenza in tutte le sue forme espressive al femminile, capace di formare le coscienze, e in grado di divulgare e promuovere conoscenza nel mondo dell’arte, dell’artigianato, della cultura che parli a nome di un popolo, quello sardo, in cui vige una società matriarcale, unico caso in Italia”.
Bene, trascorso più di un anno, mi duole dirlo, non vedo alcun passo in avanti che faccia ben sperare perché quella struttura possa trovare nuova vita e, dunque, offrire alla città di Alghero e ai suoi visitatori, nuovi stimoli. Serve pragmatismo, serve un segno per concretizzare una delle tante progettualità che possono rappresentare una reale e tangibile voglia di reazione per uscire dalla devastante crisi che sta colpendo la nostra già fragile economia. Faccio un appello alle persone che oggi, per indicazioni dell’elettorato, si trovano a governare Alghero: fate presto, sbloccate progetti e opere per il bene di tutti, altrimenti ci troveremo senza strumenti per affrontare le dure sfide che ci attendono nei prossimi anni per cui le altre località, è ovvio, stanno giustamente, di già, affilando le armi.