Maria Pia, “bene comune che deve essere piantumato con nuovi alberi”
Carmelo Spada (Wwf) e Francesco Guillot (Lipu) ribadiscono le loro proposte sull'area
“Ciclicamente ritornano proposte, di varia natura, su Maria Pia: dagli hotels ai campi da golf. Su simili idee non si ritiene neppure necessario entrare nel merito giuridico e normativo per certificarne la non procedibilità. Formuliamo, invece, le nostre proposte ritenendo che l’area, seppure oggetto di tante brame, è un bene comune di proprietà dei cittadini di Alghero e che essa deve avere una precisa vocazione pubblica e ambientale, quella del “risarcimento verde”, in considerazione dell’assenza di adeguati standards urbanistici di spazi verdi all’interno della città”. Lo scrivono in una nota i rappresentanti locali di Wwf e Lipu, Carmelo Spada e Francesco Guillot.
“Infatti un recente studio calcola in 57.800 mq – l’esigua quantità del verde pubblico di Alghero – comprendendo 11 aree: dai Giardini Manno (14 mila mq) sino a Piazza Maria Carta (700 mq). Ipotizzando una popolazione estiva di 80 mila persone si ricava che ogni abitante di Alghero dispone di mq 0,7; mentre in inver- no – con 40 mila abitanti – la superficie è di 1,4 mq per abitante. L’esiguità di tale disponibilità si evince rapportandola alla media nazionale che è di 31,5 mq pro capite. Si sottolinea l’importanza degli alberi specie nei contesti urbanizzati e la conseguente promozione di iniziative locali per lo sviluppo degli spazi verdi urbani nell’ottica del miglioramento ambientale e della sensibilizzazione della cittadinanza. Il verde pubblico se adeguatamente pianificato, progettato e gestito, può svolgere molte funzioni e produrre importanti benefici per l’ambiente e per la società determinando i cosiddetti servizi ecosistemici. La vegetazione garantisce effetti positivi sul clima locale, sulla qualità dell’aria, sui livelli del rumore, sulla stabilità del suolo e l’assorbimento di Co2 grazie all’attività fotosintetica e alla capacità di fissare carbonio nei propri tessuti di assorbire le sostanze gassose altamente concentrate in ambiente cittadino”.
“Una “città verde”, oltre ad apparire esteticamente più apprezzabile anche a livello turistico, è in grado di incontrare i fabbisogni di ricreazione, relazione sociale, crescita culturale e di salute dei propri abitanti. Riteniamo, pertanto, che Maria Pia sia un’area da rinaturalizzare e rendere fruibile con la messa a dimora di migliaia di nuovi alberi autoctoni per ridurre l’impronta di carbonio dell’intera città di Alghero, grazie ai finanziamenti di progetti mirati alla mitigazione e compensazione delle emissioni di CO2 garantendo occupazione stabile e qualificata. L’area di Maria Pia deve diventare un ‘labora- torio verde’ di cittadinanza attiva attraverso il quale i cittadini possono essere protagonisti, al tempo stesso, della tutela e della fruizione responsabile dell’ambiente partendo dalla pineta e attuando l’estensione dell’attuale superficie alberata con essenze autoctone. Inoltre devono essere tutelati la spiaggia, i ginepri e le dune con l’obiettivo di mitigare i fenomeni di erosione in corso. In tal senso va eliminata la strada litoranea per favorire la formazione ed estensione delle dune, anche grazie alle piante pioniere” proseguono i due ambientalisti.
“L’area integrata di Maria Pia comprendente la spiaggia, la pineta e la laguna del Calich potrà essere attrezzata con strutture leggere e facilmente amovibili per le attività ricreative e il birdwatching. Essa non deve essere di mera contemplazione della natura ma di fruizione responsabile delle risorse naturali da consegnare alle generazioni future. Il nostro territorio e l’area di Maria Pia sono ricchi di storia e natura che devono essere rispettate in maniera appropriata sapendo coniugare la sostenibili- tà ambientale e la salvaguardia delle specie animali, vegetali e degli habitat. In questa piovosa stagione si osserva, a Maria Pia, un processo spontaneo di rinaturalizzazione e tante presenza di specie di avifauna (anatre, garzette, aironi guardabuoi, aironi cinerini, gabbiani comuni, etc.) grazie al fatto che alcune parti risultano allagate determinando un’estensione dell’area paludosa ricca di acqua con ulteriore biodiversità e avifauna. Infine, quello che – a torto e frettolosamente – viene definito una landa desolata da quanti hanno una visione esclusivamente antropocentrica della natura, in realtà, accoglie specie anche a rischio di estinzione inserite nell’allegato 1 della Direttiva Uccelli della UE: una biodiversità che deve essere tutelata e nessuno deve svilire con narrazioni non condivisibili” concludono Carmelo Spada (Wwf) e Francesco Guillot (Lipu).