Ma il Cassette Store Day esiste anche (soprattutto?) grazie all’intuizione di Chris Brown che a partire dal 2007 ha deciso di celebrare i negozi indipendenti di musica degli Stati Uniti creando quello che, negli anni, è diventato un vero e proprio evento, portando tantissimi artisti ad abbracciarne la causa, creando inediti o ristampando cd e vinili per l’occasione. Un’occasione che in questo 2013 è coincisa anche con la vendita massima di vinili nel penultimo weekend di aprile: 244.000.
L’incremento delle vendite dei vinili è enorme e ogni anno cresce sempre di più. Quello previsto per questo 2013, rispetto all’anno scorso, è del 30% passando dalle 4.6 milioni di unità vendute ai 5.6 previsti quest’anno (stando a DMN che cita i dati di Nielsen Sound Scan). Un incremento che chi è nell’ambiente sente nell’aria, ma che, ovviamente, non sposta di molto il valore totale dell’industria musicale che non sarà salvata certo dall’incremento annuale dei vinili (ma sui numeri dell’industria musicale e sulla presunta caduta libera torneremo a breve), quanto piuttosto dal digitale che anno dopo anno consolida la propria crescita.
Intanto un altro dato, uscito ieri, però, dà il mood che si respira. La BPI (British Recorded Music Industry) ha rilasciato uno studio in cui dichiara che la vendita di LP in Uk ha raggiunto il picco massimo da un decennio a questa parte. Ma se una volta erano i Beatles e i Pink Floyd a dominare le classifiche, dall’anno scorso sono i contemporanei ad aver cominciato ad accaparrarsi la testa della classifica. Il 2012, stando sempre alla classifica Nielsen, è stato dominato da Jack White (non a caso testimonial, quest’anno, del Record Store Day), col suo “Blunderbuss” che aveva scalzato dalla cima del podio, dopo 3 anni di dominio incontrastato, quel capolavoro di “Abbey Road”, piazzatosi secondo. Al terzo posto e al quinto posto i Mumford and Sons rispettivamente con “Babel” e “Sigh No More”, col quarto posto appannaggio dei Black Keys di “El Camino”. Questo 2013 è ancora più sorprendente per il mercato inglese che vede tra i dischi più venduti quelli dei Daft Punk, Arctic Monkeys e David Bowie che hanno dato una mano sia alle vendite che al brand “vinile”. Ovviamente se “Random Access Memories” è leader delle vendite nell’anno, la storia inglese dice che sono gli Oasis il gruppo ad aver venduto più LP da quando esiste la classifica.
Secondo il sondaggio della BPI fatto tra coloro che acquistano LP, sette su dieci comprano almeno un vinile al mese, che diventano uno su cinque se dal mese passiamo alla settimana. Addirittura nove su dieci dichiarano che è il loro supporto preferito. Giusto per curiosità, la cover più bella rimane quella di “The Dark Side of The Moon” dei Pink Floyd assieme a “London Calling” dei Clash e “ Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band” dei Beatles.
Come per tutto, però, anche qui i numeri possono essere interpretati. Insomma se da un lato c’è una evidente crescita della vendita dei vinili e dell’entusiasmo che circola attorno a questo supporto, dall’altro c’è anche chi fa tornare tutti coi piedi per terra: BusinessWeek, infatti, in un pezzo dal titolo “La rinascita dei vinili difficilmente smuove l’ago delle vendite” sottolinea che benché la crescita dei vinili sia netta e sostanziale, notando come “negli ultimi sette anni questo formato vecchio di 65 anni si sia ripreso del 338%”, è anche vero, per contro, che nelle vendite totali rappresenterebbero solo l’1.4% di quelle complessive, raffreddando gli entusiasmi.
Ad ogni modo il vinile resta una moda, di nicchia, certo, che però prende sempre più piede, sia tra chi semplicemente acquista musica che tra gli addetti ai lavori, come James Murphy (Lcd Soundsystem) che di mollarlo non ci pensa proprio.
Tratto da www.fanpage.it ©