“Turchia, Russia, Libia, Unione Europea e Draghi”
L'opinione di Vittorio Guillot
Draghi è stato in Libia e mi auguro che l’esito di questo viaggio non sia infelice come quello dell’inutile Conferenza di Palermo, voluta da Conte, ma sia proficuo per avviare buoni rapporti italo-libici e per rafforzare la autorevolezza del nuovo governo di quello stato nordafricano. Ciò sarebbe indispensabile non solo per rafforzare la pace in quella terra ma anche perché la Libia è utile all’Italia per gli approvvigionamenti petroliferi e gasieri, così come, d’altro canto, la Libia ha bisogno dell’Italia per ottenere gli investimenti dell’Eni e di tutte le imprese che potrebbero partecipare alla sua ricostruzione, successiva alla guerra civile. La riedificazione di un unico stato libico col quale mantenere buoni rapporti, di conseguenza, è la premessa necessaria per fare gli interessi sia libici che italiani ed europei. E’ anche la premessa necessaria perché, magari con il patrocinio ed il controllo dell’O.N.U., si possano istituire dei centri di accoglienza dei migranti, gestiti non da tribù e bande criminali ma da pubbliche autorità, nel rispetto dei diritti umani. Sarebbe un guaio, invece, se la Libia, o una sua parte, finisse definitivamente nelle mani turche o russe anche perché in quelle mani finirebbe la gestione dei flussi migratori.
I turchi ed i russi, infatti, a parte gli aspetti, tutt’altro che secondari connessi al rafforzamento della loro presenza militare ed economica sulla sponda africana del Mediterraneo, potrebbero ricattare l’intera Europa favorendo le massicce ed incontrollate immigrazioni clandestine. Certo non sarà assolutamente facile bloccare l’espansionismo russo e turco in quel territorio, dato che, con questo obiettivo, vi hanno inviato tonnellate di armi e migliaia di militari e miliziani. Credo che non sfugga a nessuno iI disegno egemonico della Russia e della Turchia. Al capo di quest’ultima che, umiliando platealmente la Von Der Leyen, non ha esitato a trattare in modo sprezzante l’Unione Europea e le donne per affermare la sua leadership nel mondo islamico, ha ben risposto il nostro Draghi definendolo ‘dittatore’.
A parte ciò, la Turchia da tempo svolge una politica aggressiva, in particolare contro i Curdi di casa sua e della Siria, ma accampa minacciosamente la arbitraria pretesa di sfruttare le riserve petrolifere e gasiere dei mari di Grecia e Cipro. Si tenga inoltre presente che, realizzando nel suo territorio e tra le sue acque territoriali il progettato ‘Canale Istanbul’, tra il Mar Nero ed il Mar di Marmara , essa potrebbe strangolare i vitali traffici marittimi da e per gli stati che si affacciano, appunto, sul Mar Nero. Infatti potrebbe consentire il transito a pagamento nel nuovo canale e bloccarlo a suo piacimento. Secondo il Diritto Internazionale, la realizzazione di quel canale sarebbe perfettamente legittima.
La Turchia, però, potrebbe ritirarsi dal trattato di Montreux, che garantisce il transito gratuito nel Bosforo, ed avere in suo pugno larghe fette dell’economia degli stati rivieraschi, tra i quali vi sono la Russia, l’Ucraina, la Bulgaria, la Romania e la Georgia. Poiché non vedo un altro senso alla realizzazione di quel costosissimo nuovo canale, mi sembra chiarissimo il disegno egemonico di Erdogan sul Medio Oriente, l’Europa Orientale ed il Mediterraneo. A questo punto, a parte il fatto che sarebbe sacrosanto cancellare dagli impegni europei la possibilità di far entrare la Turchia nella Unione Europea, credo che la stessa UE farebbe bene ad ostacolarne unitariamente le mire espansioniste, in particolare quelle sulla Libia. Credo che non sia facile allentarne la presa, e quella della Russia, soprattutto considerato il costoso impegno militare che vi hanno profuso.
L’Unione Europea, però, malgrado la grave crisi economica che la tormenta da anni e che il covid ha esasperato, ha un potenziale finanziario, tecnologico ed economico decisamente superiore a quelli di Russia e Turchia, che non sono certo risparmiate da questa crisi. Quindi, considerato che la Libia ha bisogno degli aiuti europei, se la U.E. sapesse giocare unitariamente questa carta, potrebbe evitarne lo scivolamento nell’orbita di quelle due potenze. Spero che Draghi sappia coinvolgere l’intera U.E. in questa iniziativa anche perché non gli dovrebbe mancare l’appoggio politico degli U.S.A. che, con Biden, sembrano voler nuovamente appoggiare la presenza occidentale nel Mediterraneo.