“Bambini al centro, un progetto per ripartire dai più piccoli”
La proposta di Christian Mulas, consigliere comunale
Il Covid ha cambiato la quotidianità di tutti. Una quotidianità fatta, per i bambini della scuola elementari e medie, di incontri con amichetti e coetanei, lezioni in presenza, lavori e giochi di gruppo, chiacchiere con il compagno di banco, interrogazioni in cattedra, compiti a scuola e a casa. Se qualcosa è rimasto, più o meno, lo stesso, tantissimo è stato trasformato dalle nuove misure anti contagio. Non tutti, però, si sono chiesti che tipo di impatto emotivo e psicologico abbia avuto l’epidemia sulla vita di ogni giovane studente, alle prese con cambiamenti più grandi di lui. L’obiettivo dì questa iniziativa di carattere sociale è quello di coinvolgere tutti i bambini e ragazzi e le famiglie a riorganizzare la vita sociale.
Ci sono problemi, invece, complessi e delicati su cui non si può tacere. La fase del rientro alla normalità non riguarderà solo il lavoro, la mobilità adulta, la vita sociale, gli aperitivi in compagnia. Riguarda la condizione di milioni di bambini e bambine che per lunghi mesi (ancora non sappiamo quanto) non solo hanno perso la scuola ma hanno anche perso la strada, i giardinetti, lo sport in compagnia, gli amici e le prime fughe di autonomia in bici. Chiusi in casa. Non solo. Sono stati attraversati dall’ignoto e invisibile virus e da un bombardamento informativo, sentito di scorcio o nelle parole di babbo e mamma, sul morire da soli dei nonni, sulle mascherine come nascondimento. La noia e la solitudine hanno accompagnato fantasie e pensieri contorti.
Ma alcuni indicatori già possono farci comprendere le strade educative possibili per un ritorno a scuola e alla vita sociale dei nostri bambini. Penso che serva un “patto educativo territoriale” In cui scuola, famiglie, enti locali, società civile, associazioni del tempo libero e di vita, della cultura, costruiscano un continuum coordinato di esperienze e pratiche da offrire ai bambini per ri-tornare alla vita. Sarebbe peregrino pensare solo alle classi e ai programmi. Una volta conclusa la campagna vaccinale, sarebbe bello poter ripartire proprio da loro, dai bambini e dai ragazzi, con un grande evento all’aperto, con giochi e sport, ma anche educatori e professionisti del settore, che possano aiutare i più giovani a ritornare ad una socialità sana, in cui riconoscere sé e l’altro. Il tutto rispettando ovviamente le prescrizioni di sicurezza che dovessero ancora essere in vigore.
Un evento così da coinvolgere anche le associazioni sportive, che tanto fanno per i nostri ragazzi. Proprio per questo ho già iniziato un dialogo e una collaborazione con l’Amatori Rugby Alghero, che anche questa volta si è dimostrata sensibile e disponibile, conscia dell’importanza che lo sport ha nello sviluppo dei più giovani. Anche le associazioni di volontariato verranno coinvolte, oltre all’Amministrazione, che darà il suo contributo a supporto delle attività. Dobbiamo dare un segnale importante ai più giovani, tornare ad occuparci anche di loro e non lasciarli soli.