“Sulla questione giovanile in città c’è un silenzio assordante”
L'opinione di Giovanni Baldassarre Spano, promotore del gruppo Poder Polular per Alghero
Il silenzio assordante sulla questione giovanile (salvo rare eccezioni) da parte della politica locale lascia interdetti. Purtroppo ciò che manca è un’analisi dei fatti, che vengono esclusivamente relegati a cronaca. Ebbene così non è, essi sono l’indicatore di un malessere più ampio che sta coinvolgendo le giovani generazioni della nostra città. Tutto questo tuttavia non deve essere analizzato con un approccio colpevolistico dei ragazzi, ma bensì ricercando con serietà le cause. È indubbio che alcune aree cittadine stiano diventando luoghi spiacevoli di degrado. Una di queste è senza dubbio piazza dei mercati, che invece di essere un posto di aggregazione come tutte le piazze dovrebbero essere, è divenuta ormai fonte di spiacevole cronaca.
Immondizia, consumo smodato di bevande alcoliche e di droga, sono la scenografia nella quale si sta aggirando la nostra gioventù. Non si tratta di moralismo, ma è sbagliato considerare accettabile che l’aggregazione alcolica possa essere tollerabile o rappresentare l’unica possibile per i nostri ragazzi. Parimenti sbagliato è definire questi giovani come sbandati. Non lo sono. Rappresentano lo spaccato della gioventù cittadina che langue senza prospettive e si rifugia in una sterile evasione. Quello a cui noi adulti stiamo assistendo non sono dei giovani anomali o peggiori di noi. Loro sono quello che noi siamo stati, ma con delle differenze fondamentali. I ragazzi stanno vivendo un’epoca di crisi profonda delle istituzioni, siano esse statali, scolastiche, politiche, religiose o familiari. Loro stanno vagando nelle macerie che abbiamo lasciato in eredità.
Tutti noi abbiamo abdicato al compito educativo perché forse noi stessi ci siamo sentiti traditi da quello che credevamo. Negli ultimi decenni si è osservato come la giovinezza si sia allungata sempre più, con l’età adulta che si è allontanata di pari passo all’emancipazione economica. I giovani sono stati tenuti al palo in attese snervanti e lunghe, tutelati da qualcosa che invece dovevano affrontare: la battaglia quotidiana del vivere. Gli abbiamo insegnato che la loro costruzione e realizzazione dipendeva unicamente dalla posizione economica, senza preoccuparci di considerare la loro istruzione, nonché l’insegnamento del valore dell’onesta. Noi tutti, chi più chi meno, li abbiamo abbruttiti con le nostre brutture, col nostro disinteresse verso la sistematica distruzione della scuola, con il nostro contributo alla realizzazione di un panorama politico che puzza più di una cloaca. Mi rendo conto che riassumere l’intera problematica in poche righe sia impossibile, tuttavia tengo a sottolineare un concetto importante: cosa vede la politica locale in merito a questo? Nulla o meglio preferisce vedere ciò che costa meno capacità di giudizio, fotografando il pattume che i ragazzi lasciano nelle loro serate.
D’altronde cosa possiamo pretendere da una politica algherese (di tutti gli schieramenti) che ogni anno discute delle stesse amenità come alghe, erbacce, albero di natale e capodanno? La politica locale ha dimostrato di essere incapace di affrontare i veri problemi di una città che sta perdendo la propria gioventù senza dare loro prospettive. Essa sta invecchiando poiché le nuove energie vanno altrove a realizzarsi o anche semplicemente a mettere su casa. Alghero come abbiamo assistito è ormai preda della criminalità organizzata che investe i propri soldi avvelenati e che a vari livelli rifornisce di droga i nostri ragazzi, implementando il loro disagio. Ma davvero possiamo andare avanti così? Con i soliti ras dalle mille promesse e dalle solite incapacità? Io non credo. La nostra città ha bisogno di un moto di orgoglio e di ripensare sé stessa, coinvolgendo quei giovani che sono stati “parcheggiati” dalla nostra incapacità. Ripensiamo i modelli di sviluppo economico. Usciamo dalla logica del solo turismo di massa o dei super ricchi stile Costa Smeralda. Andiamo oltre il concetto del cemento portatore di miracolo economico. Riprendiamoci la città con i nostri giovani, valorizzando le loro menti senza lasciarli sballare commiserati dalla nostra ipocrisia. Quel pattume che viene fotografato sparirà solo quando opera educativa ed energie incanalate nel costruire il futuro, spazzeranno via questo vivere nichilistico che la nostra cara politica locale non vuol vedere.