“Mediterranea. Culture, scambi, passaggi” al nuraghe Palmavera
I collegamenti tra la cosmologia dantesca e la volta celeste hanno rapito il pubblico numeroso con Gian Nicola Cabizza, autore de “Lo Zodiaco nella Divina Commedia”
Il cielo stellato sul nuraghe Palmavera, una notte d’estate di un festival letterario e una luna splendente che rischiara le suggestive mura dell’antica area archeologia. Ingredienti irresistibili per i tanti appassionati di archeoastronomia, che domenica sono accorsi in gran numero all’evento “E quindi uscimmo a riveder le stelle”, lo speciale appuntamento della kermesse “Mediterranea. Culture, scambi, passaggi” curato dall’Associazione Editori sardi. Prima edizione di un festival che dal 15 luglio sta impreziosendo le serate di Alghero attraverso iniziative letterarie, incontri con autori, reading e spettacoli di successo.
I collegamenti tra la cosmologia dantesca e la volta celeste hanno rapito il pubblico numeroso, che a fine serata ha potuto osservare la bellezza degli astri e le forme dettagliate dei crateri lunari, scrutando dall’obiettivo dei potenti telescopi messi a disposizione dalla Società Astronomica Turritana.
Ad accompagnare gli spettatori in questo seducente viaggio astrale, è stato il fisico e noto divulgatore scientifico Gian Nicola Cabizza, autore de “Lo Zodiaco nella Divina Commedia”, un’agile e sintetica edizione dell’“Atlante astronomico della Divina Commedia”, edita da Mediando.
Cabizza ha inoltre presentato su maxischermo l’adattamento flat di un video dedicato alla “Cosmografia dantesca”, da lui realizzato insieme a Nicola Bonomo in omaggio ai settecento anni dalla morte di Dante. La versione originale progettata per essere mostrata a tutta cupola, ha ricevuto il primo premio per il miglior video per planetari dell’anno, conferito dalla giuria dell’Associazione Planetari italiani.
I saluti di apertura di Gabriella Gasperetti, archeologa della Soprintendenza, hanno dato l’input all’archeologo Luca Doro per approfondire le peculiarità del complesso megalitico, e introdurre alle più recenti scoperte archeo-astronomiche realizzate da Aristeo e SAT, il cui presidente, Michele Forteleoni, ne ha illustrato le risultanze preliminari.
Tra gli incontri con gli autori, a commuovere il pubblico all’Ex Mercato Civico è stata invece Asmae Dachan con la sua silloge poetica “Non c’è il mare ad Aleppo”. L’autrice italo-siriana si è confrontata con il giornalista Salvatore Taras per aprire uno squarcio di luce sui più profondi e drammatici aspetti della guerra in Siria, un conflitto che si protrae ormai da undici anni. Il tema dei bambini soldato, la questione delle donne violate, i bombardamenti sui civili, le stragi e tante altre realtà della guerra sono state affrontate mediandone la tragicità attraverso il linguaggio delicato della poesia, senza mai privare di un pizzico di speranza la visione del futuro. La scrittrice e pluripremiata giornalista si è detta stupita dalla bellezza di Alghero, le cui antiche mura le hanno ricordato proprio Aleppo, la città d’origine della sua famiglia, che ora vive ad Ancona. Il percorso culturale del festival si è poi addentrato nel filone letterario dedicato all’ambiente, alla bellezza e alla storia del paesaggio e alla sostenibilità ambientale.
Un libro uguale un albero, sarebbe il caso di dire per il bel volume fotografico “Attaccati alle radici”, presentato dal fotoreporter ed editore Enrico Spanu insieme al giornalista Lello Caravano. È uno scrigno di spettacolari immagini degli alberi monumentali dell’isola, con la scelta inusuale e coraggiosa di pubblicarle in bianco e nero, corredate da storie e leggende inerenti ogni singolo monumento verde. Il progetto prevede la piantumazione di un albero per ogni singola copia stampata. Un’iniziativa tanto apprezzata dal celebre musicista Peter Gabriel, che ha voluto scrivere di proprio pugno la prefazione dell’opera.