Oggi Federico Buffa ad Alghero con “Italia Mundial”
Il celebre giornalista e telecronista sportivo, straordinario storyteller, porta in scena il trionfo dell'Italia di Bearzot e lo spirito dei tempi
Una moderna epopea sportiva in “Italia Mundial” di e con Federico Buffa in cartellone oggi (lunedì 2 agosto) alle 21 a Lo Quarter di Alghero e domani, martedì 3 agosto, alle 21 all’Arena Mirastelle di Carbonia per un duplice appuntamento sotto le insegne della Stagione di Prosa / Musica / Danza e Teatro Circo dell’Estate 2021 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna. Focus sulla vittoria della nazionale azzurra in una avvincente narrazione che accosta il fascino del gesto atletico, con i goals del capocannoniere Paolo Rossi e quelli messi a segno da Marco Tardelli e Alessandro Altobelli, il tiro fortunato di Breitner e il rigore mancato di Antonio Cabrini, le magistrali parate di Dino Zoff, alla descrizione della personalità dell’allenatore Enzo Bearzot, con la sua immancabile pipa, per restituire il vivido ricordo di una notte magica allo Stadio Bernabeu di Madrid, culminante con le braccia al cielo del presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Il celebre giornalista e telecronista sportivo, straordinario storyteller, porta in scena il trionfo dell’Italia di Bearzot e lo spirito dei tempi, l’indimenticabile vittoria dell’Italia al termine di una serie di successi, la sconfitta dell’Argentina e del Brasile: una finale emozionante che rimanda alla “partita del secolo” tra Italia e Germania, dodici anni prima a Città del Messico, con una nuova, stavolta schiacciante, vittoria degli azzurri. Un Mondiale svoltosi tra le polemiche, montate ad arte dalla stampa, intorno ad uno degli eventi sportivi più seguiti, fatti apposta per accendere gli animi dei tifosi delle opposte squadre e catalizzare l’attenzione di un pubblico sempre più vasto, pronto ad acclamare i suoi eroi “campioni del mondo”.
I risultati dell’Italia, non sempre eclatanti, almeno all’inizio, avevano suscitato qualche dubbio, nelle partite contro Polonia, Perù, Camerun, fino a quella “resurrezione” sorprendente ma non troppo che porta all’eliminazione di squadre superfavorite come Argentina e Brasile e prepara idealmente il terreno all’entusiasmo e alle emozioni di una finale impressa nell’immaginario collettivo, il quel sano risveglio dello spirito “patriottico” di un Belpaese spesso lacerato e diviso, ma che ritrova il senso della propria identità nazionale davanti alle gesta degli undici giocatori in calzoncini corti e alle parabole, spesso mirabili, di un pallone. Forse davvero l’Italia è un paese di “allenatori” mancati e commentatori da bar, pronti a spiegare a richiesta il senso di ogni azione in campo, ma la memoria di “quel” Mondiale di Spagna dell’82 che aveva tenuto milioni di spettatori incollati di fronte ai teleschermi – e quella strepitosa finale, in un susseguirsi di sequenze vertiginose, di passaggi, di tiri ipnotici, rappresenta un avvenimento cruciale nella storia dello sport del Ventesimo secolo.
Una vittoria meritata ma “costruita” attraverso un crescendo drammatico come una sceneggiatura cinematografica, in cui le possibilità della squadra azzurra anche solo di giungere alle semifinali contro avversarie assolutamente degne di nota sembravano all’inizio abbastanza esigue, la “fragilità” vera o supposta di Pablito Rossi singolarmente “fuori forma” salvo rivelarsi il vero talento di quel torneo, le scelte “opinabili” di Bearzot, e la vittoria che mette d’accordo tutti e rende memorabile quella torrida estate. Brillante e raffinato affabulatore, Federico Buffa conduce il pubblico alla (ri)scoperta di quel “campioni del mondo”, del carattere, delle peculiarità, dello stile di ciascun giocatore in campo, restituisce la tensione di quei momenti in cui nella perfezione di un gesto, nella capacità di superare una difesa e lanciare un affondo, fino a raggiungere la porta e al contempo fare salda barriera contro gli avversari, si può conquistare il successo e una gloria imperitura.
“Italia Mundial” è la cronaca coinvolgente di un’impresa sportiva, in cui emergono i valori fondanti della filosofia dello sport, lo spirito di squadra, la capacità di “orchestrare” un’azione e una partita, perché la vittoria è la somma non matematica, ma “epica”, del talento individuale e della bravura collettiva, che trasforma un “gioco” in opera d’arte. Sulle note del pianoforte di Alessandro Nidi, Federico Buffa ripercorre una pagina indimenticabile del calcio italiano e mondiale, svelandone la dimensione più umana e insieme più distante dalla materia di cui son fatti i comuni mortale, dalle “normali” abilità e potenzialità, per ascendere verso la dimensione del mito. Uno spettacolo in cui si fondono teatro e sport, con la cifra inconfondibile e la voce di un appassionato narratore di storie di sport come Federico Buffa, per la regia di Marco Caronna, con una colonna sonora affidata all’estro del musicista e compositore Alessandro Nidi (produzione IMARTS / International Music and Arts) in una drammaturgia fatta di parole e note, ma soprattutto di emozioni.
«Buffa è un formidabile storyteller, un narratore di storie che si diramano per mille rivoli. O meglio, i racconti di Buffa hanno una struttura ad albero» – sostiene Aldo Grasso: «il tronco è il calcio, i rami sono le connessioni che via via prendono corpo attraverso associazioni, link, collegamenti, divagazioni. A differenza di alcuni giornalisti sportivi che in passato amavano esibire il loro sapere di fronte a una platea non particolarmente attrezzata, Buffa sa che cultura è innanzitutto fare bene le cose, coltivare i dettagli (magari con alcuni vecchi LP)».