“Un autentico Natale”
Un racconto di Vittorio Guillot
Una volta, era prossimo il Natale, entrai quasi casualmente in una chiesetta di campagna. Mi colpì un quadro che , mi dissero, non aveva alcun valore artistico ma che, invece, finì per avere un grande valore per me. Quel quadro rappresentava un uomo morente, almeno così mi parve, disteso su un letto e circondato da alcune persone, certamente i suoi familiari. Era raffigurato anche un grande angelo che, spiccando tra una folla di santi, allargava le sue braccia verso quell’uomo e verso il volto dolente e glorioso del Cristo. Il Cristo, poi, era illuminato dalla luce dello Spirito che lo univa, direi. Lo fondeva in un tutto unico col Padre. Io fino a quel momento avevo creduto in Dio e nell’anima immortale. Ero certo di avere le prove razionali di quelle Verità e, addirittura, che la scienza più moderna ci portasse alle soglie della Fede. Qualcosa, però, non andava. Mi mancava, come dire, un contatto diretto, direi sensibile, personale con quella Realtà, che mi sembrava troppo distaccata e fredda. ‘C’è poco da fare- pensai- l’uomo ha anche un lato inconscio, sentimentale, profondo che io, fino ad oggi, ho cercato di nascondere, di emarginare, perché temevo che prevalesse sulla mia parte più razionale’.
Quel quadro, quel modesto e semplice quadro di una chiesetta di campagna mi fece capire che anche il nostro rapporto con la Grazia ha bisogno di parole, di gesti, di segni, di simboli. Mi ha fatto capire che non siamo mai soli, in questo mondo, ma che siamo un tutto unico con chi ci accompagna in questa vita ….. ed anche con chi ci è lontano. Mi fece capire che neppure la morte, neppure per un attimo , ci può separare da loro. Di più, capii che la morte non esiste o, meglio, che essa è il momento in cui il nostro essere parte di questa umanità terrena si unisce all’umanità che è vissuta prima di noi. Mi ha fatto capire, soprattutto, che l’umanità, ed io che ne faccio parte, può arrivare al Padre solo attraverso il Figlio, la Sua Verità ed il Suo sacrificio. Ecco perché quella chiesetta e quel quadro mi regalarono un autentico Natale.