Ciro e Fidelitat
L'opinione di Pere Lluís Alvau
Plaudo all’iniziativa dell’attuale Amministrazione comunale algherese -della quale non sono certo sostenitore ideologico né politico- che ha attribuito con recente atto di Giunta il riconoscimento “Fidelitat a l’Alguer” a Ciro Fadda. Non mi soffermo volutamente (e solo in questa occasione) sui meriti unanimemente riconosciuti e sulla biografia di Ciro Fadda che ampiamente sono stati descritti nell’allegato alla delibera e che comunque agli algheresi da sempre sono noti. Mi trattengo invece sull’atto formale che ritengo di pura equità e rettitudine non solo per il riconoscimento conferito a Ciro Fadda ma per la correttezza istituzionale di aver ricondotto allo spirito originario quella che era stata a suo tempo la volontà iniziale di dar vita al Premio “Fidelitat a l’Alguer”, ovvero come riportato nell’atto istitutivo (delibera G.M. 1026/1995) che “i riconoscimenti andranno conferiti a personaggi viventi…”.
Nonostante fin dalla sua istituzione il Premio per anni non fosse stato attribuito ad alcuno, nel 2016 l’Amministrazione comunale allora in carica rispolverò l’encomiabile iniziativa attribuendolo a Don Antoni Nughes (delibera G.C. 340/2016), sui cui meriti, confacenti ai dettami della delibera istitutiva, nessuno ha avuto sia allora che oggi nulla da eccepire. Non si sa per quale motivo, o forse lo si può facilmente intuire e supporre, la stessa Amministrazione comunale che aveva riavviato l’istituto del Premio “Fidelitat a l’Alguer”, con successiva deliberazione di Giunta (n. 427 del 18.12.2018) stravolse lo spirito originario del riconoscimento volendolo estendere con ingiustificata solerzia -udite bene!- anche ai morti.
Così, di punto in bianco, col predetto atto fu conferita l’onorificenza ad uno dei tanti personaggi della cultura algherese passati a miglior vita da qualche decennio, sbagliandone forse per la fretta (le elezioni comunali erano alle porte), anche il nome ed ignorando inconsapevolmente o forse espressamente numerosissimi altri personaggi, non solo della cultura ma anche dell’arte e del sociale, meritori quantomeno e nondimeno del medesimo riconoscimento “post mortem” ma che probabilmente non godevano (come probabilmente non avevano mai goduto) di invadenti ed interessate tifoserie. Quella delibera non fu un gesto di ponderatezza amministrativa e tanto meno culturale e storica e chi come me, allora funzionario presso quella Amministrazione, in fase di disposizione dell’atto suggerì più equilibrio e rigore intellettuale, fu redarguito, così come in altre occasioni analoghe, quasi fosse reo di lesa maestà ai “soloni” del momento.
Oggi, con il conferimento del Premio a Ciro Fadda ed il contestuale ripristino del valore istituzionale originario del riconoscimento, si ristabilisce, si spera, un equo sprono ai cittadini per impegnarsi nel campo letterario, linguistico e culturale in genere con conseguente riconoscimento da parte della Città attraverso la sua rappresentanza municipale. Per gli amministratori dovrà essere, come nel caso specifico di Ciro Fadda, un motivo di testimonianza e di prestigio premiare cittadini attivi e di riconosciuto valore sociale, culturale ed umano. Il tutto senza mai cedere a simpatie personali o “tirate di giacca” molto frequenti in certi ambienti e particolari occasioni.