“E’ possibile la pace tra Ucraina e Russia ?”

L'opinione di Vittorio Guillot

Ad un amico ho dato l’impressione di essere neutrale riguardo alla guerra in Ucraina. No, non sono affatto neutrale e sto dalla parte dell’Ucraina che ha tutto il diritto di difendere la sua indipendenza. Di questo infatti si tratta. La Russia, invece non ha alcun diritto di aggredirla dato che non sono state esaurite tutte le vie politiche e diplomatiche per comporre la vertenza sul Donbass. Perciò mi sembra giusto sostenere l’Ucraina con l’invio di materiali sanitari e di sussistenza e di armi. Piuttosto non armerei i civili sia per evitare che le armi vadano in mano di delinquenti o di estremisti fuori dal controllo dello stato, sia perché , se fossero catturati dal nemico, non avrebbero la tutela che la Convenzione dell’Aia riserva ai prigionieri di guerra e potrebbero essere fucilati come ‘franchi tiratori’. La tragedia diventerebbe ancora più sanguinosa a fronte di un contributo modestissimo dei civili alla difesa . Invece, per quanto possa apparire cinico, il ricorso alla resistenza da parte delle Forze Armate ucraine mi sembra l’unico modo per evitare una rapida capitolazione che consentirebbe a Putin di imporre una ‘resa incondizionata’ e le più opprimenti condizioni. Non mi pare che ci siano ostacoli di natura giuridica all’invio di quelle armi, dato che l’art.51 della Carta delle Nazioni Unite consente di aiutare i Paesi aggrediti e la nostra Costituzione ripudia la guerra come strumento di aggressione ma non per difendere se stessi e gli altri. Mi sembra, invece, una follia attuare la ‘No flying zone ‘perché ciò avrebbe effetti devastanti per tutti, compresi gli ucraini. Chiariti questi aspetti, trovo assurdamente contradditoria la pretesa di Putin di non riconoscere l’indipendenza dell’Ucraina.

Quella indipendenza, infatti, è stata ripetutamente riconosciuta dalla Russia sia nel 1945, quando accettò che lo stato ucraino facesse parte dell’O.N.U.e, più recentemente, nel 1997, quando sottoscrisse con lo stato ucraino un trattato di amicizia; anche nel 2010, quando stipulò, sempre con lo stato ucraino , l’accordo sulla permanenza della flotta russa a Sebastopoli. A ciò si aggiunga che nel 1991 il 90% degli ucraini votò per quella indipendenza e che la Russia accettò l’esito di quel referendum . Di conseguenza l’attuale negazione della indipendenza ucraina è strumentale e manifesta la arroganza imperialista di Putin e la sua volontà di andare ben oltre la difesa dei russofoni del Donbass. Non esito a condannare le violenze contro i russofoni di quella regione, in cui gli ucraini hanno massacrato 15.000 persone . Aggiungo che mi avrebbe fatto piacere che la ‘brigata Azof’ fosse sciolta e che i suoi membri nazisti finissero in galera o mandati separatamente nei più pericolosi fronti di guerra, lontani dal Donbass. Quella , comunque, era una terribile faccenda che sarebbe stato doveroso portare davanti al Consiglio di Sicurezza dell’O.N.U. per chiedere la protezione di quelle popolazioni. Così pure si sarebbe dovuto richiedere al Consiglio di Sicurezza di imporre il rispetto degli accordi di Minsk, che riconoscevano ampie autonomie alla regioni russofone dell’Ucraina. E’ inaccettabile, invece, che la Russia abbia sfruttato la tragedia di quelle regioni per interferire unilateralmente nelle vicende ucraine.

Tanto più che essa nel Consiglio di Sicurezza è un membro permanente ed autorevolissimo, addirittura con diritto di veto. Mi pare, comunque, che in questa guerra vi siano anche delle responsabilità dei Paesi Occidentali. Infatti non era difficile immaginare che la adesione alla Nato di tanti Paesi precedentemente inclusi nel patto di Varsavia e l’installazione in essi di missili che possono arrivare fino al cuore della Russia in pochi minuti, sarebbe stata per Mosca una grave minaccia. Si consideri anche che, con i porti turchi, bulgari , rumeni, tutti sul Mar Nero, in mano a Paesi aderenti alla NATO e con la base navale russa di Sebastopoli, in Crimea, logisticamente legata all’Ucraina, i traffici marittimi della Russia potrebbero facilmente essere strozzati in caso di contrasti internazionali . Poiché il 70% delle esportazioni russe passano per quel mare , è evidente quanto esso sia fondamentale per la sicurezza e la stessa vita ed indipendenza di quella nazione . Ciò spiega la ostilità del suo governo alla presenza della NATO non solo in Bulgaria e Romania ma, soprattutto, in Ucraina. Non aver considerato tutto ciò costituisce una grave ed inaccettabile leggerezza dell’Occidente se non ,addirittura, una grave provocazione.

Per la soluzione di questi contrasti, vedrei positivamente, anche se solo in teoria, la costituzione di una ‘cintura di sicurezza’ che protegga sia l’Unione Europea che la Russia. Tale cintura dovrebbe essere formata da ‘stati cuscinetto’, non schierati né con la NATO né con Mosca e che, ovviamente, non ospitino truppe di nessuna delle due parti né siano da loro addestrate. Comunque non accetterei l’Ucraina nella Alleanza Atlantica anche se ritengo necessario un accordo che metta in chiaro che qualsiasi violazione della sua neutralità e quella di quegli ‘stati-cuscinetto’ verrebbe intesa come una azione di guerra contro l’Europa e la Nato o, viceversa, contro la Russia. Una simile soluzione è già stata adottata per la tutela della neutralità dell’Austria . Purtroppo, realisticamente , oggi è pressoché impossibile buttar fuori dalla NATO i Paesi Baltici ,la Romania e la Bulgaria. Perciò ritengo assolutamente improbabile la integrale attuazione di questa mia idea. Si potrebbe, però , stabilire che in quei Paesi e, dall’altro lato, in Bielorussia e nella regione di Kaliningrad, non vengano sistemati missili ed aerei che potrebbero colpire l’avversario in profondità e che i porti della NATO del Baltico e del Mar Nero non accolgano navi particolarmente aggressive.

Una simile soluzione potrebbe costituire un elemento per stabilire se gli U.S.A. , accettandola , vogliano effettivamente la pace . In caso contrario si potrebbe supporre che vogliano servirsi soprattutto dei Paesi entrati recentemente nella NATO per dominare sul nostro Continente anche a costo di inasprire ancor più la Russia. Quanto all’Unione Europea , noto che essa si è fortemente esposta con le sanzioni contro Mosca, con l’accoglienza dei profughi e con l’invio delle armi. A parte il fatto che mi sembra doveroso che gli effetti negativi delle sanzioni vengano equamente ripartiti tra gli Stati che le hanno stabilite, noto anche che l’Ucraina ha chiesto la adesione alla UE. Per tutto ciò mi pare che l’Europa , al posto dei discutibilissimi Erdogan e Xi Ji Ping , avrebbe le carte in regola per assumere un ruolo rilevante nelle trattative per la pace. Per lo meno potrebbe cercare di convincere l’Ucraina e la Russia a non assumere atteggiamenti dannosamente oltranzisti e contrari alle esigenze reciproche. Nella speranza che ciò possa servire a far finire questa ingiusta e brutale aggressione.

Vittorio Guillot, 26 Marzo 2022