Piccola pesca, sit-in davanti a Casa Gioiosa
Successivamente si è tenuto incontro con il Direttore Mariani. "Massima disponibilità al dialogo"
Ieri mattina sit-in davanti alla sede di Parco e Area Marina protetta di Capo Caccia – Isola Piana da parte di cinque unità di piccola pesca riunitesi nel Comitato Cigarellu. I pescatori contestano la limitazione alla pesca nel tratto di mare della Baia di Porto Conte.
Successivamente si è tenuto in incontro con la direzione dell’area marina protetta che ha garantito “massima disponibiità al dialogo”. Il Direttore nel corso dell’incontro con il Comitato, dopo aver ascoltato e preso atto delle ragioni della protesta dei pescatori e della richiesta di “immediata” riapertura della pesca interdetta nella baia di Porto Conte dal 1 settembre al 1 marzo, ha ribadito le motivazioni dell’operato della AMP e delle azioni che sono già state portate all’attenzione del Ministero dell’Ambiente (oggi MiTE – Ministero della transizione ecologica) e della Regione Sardegna a seguito dell’incontro del mese di giugno con l’Assessore all’Agricoltura Gabriella Murgia, competente in materia di pesca.
“Piena è la consapevolezza dei disagi che la interruzione della pesca determina per gli operatori economici e per le loro famiglie e proprio per questo motivo è stato sottolineato come, sulla base degli accordi intervenuti con gli operatori della piccola pesca professionale nel corso dell’incontro con l’Assessore Murgia, sia già stata portata alla attenzione dei competenti uffici regionali una misura, da inserire nella prossima manovra “OMNIBUS” (più volte slittata) a valere sul bilancio regionale, finalizzata alla compensazione dei minori redditi per i pescatori professionali laddove siano introdotti divieti all’esercizio della pesca nelle aree marine protette sarde – si legge in una nota di Parco e Area Marina Protetta – Massima disponibilità della direzione a continuare e seguire questa misura, confidando in una celere approvazione del provvedimento da parte del Consiglio regionale”.
Sulle ragioni ambientali è stato ribadito come l’interruzione parziale della pesca si sia resa necessaria, non solo per assicurare un periodo di riposo biologico a molte specie nel periodo di sviluppo ed in particolare del polpo, ma per assicurare, come impongono i competenti uffici ministeriali, il mantenimento di un certo equilibrio fra lo sforzo di pesca (numero di imbarcazioni autorizzate) e la dimensione della AMP (e l’AMP di Alghero è una delle più piccole per estensione al livello nazionale) avendo dovuto autorizzare, in deroga, l’attività di pesca a quelle imprese (una decina), costituite dopo l’istituzione dell’AMP (2002) che non avrebbero avuto titolo per pescare all’interno dell’area marina protetta.
Grazie alla deroga va ribadito che oggi possono operare all’interno della AMP 23 imbarcazioni contro la decina che aveva titolo ad operare in passato. Rispondendo alle richieste dei pescatori la direzione della AMP ha anche confermato che il divieto di pesca nella baia Porto Conte sarà esteso a fare data dal 1 gennaio 2023 anche per la pesca sportiva/ricreativa nel medesimo tratto di mare della baia di Porto Conte e per il medesimo periodo temporale di sei mesi all’anno.
“Nessuna volontà di mettere in crisi un comparto importante per l’economia e la storia di Alghero, ma l’esigenza di rispettare le regole basilari per mantenere vitale un’area marina protetta – si legge ancora nella nota – Il dialogo proficuo aperto da diversi mesi con l’associazione Banchina Millelire è servito proprio a definire e condividere le migliori soluzioni che sono state portate alla attenzione delle istituzioni per salvaguardare le specie e consentire ai pescatori di avere un aiuto al reddito, come peraltro già successo a proposito della interruzione della pesca del riccio”. Per fare il punto sulla difficile situazione che attraverso il comparto della piccola pesca è stato anche ribadito l’impegno della Direzione ad organizzare a breve un incontro con tutte le unità di pesca che operano all’interno della AMP.