Krav Maga, l’algherese Francesconi riconfermato direttore Nazionale
L'esperto in Krav Maga e membro Top Team si è distinto all’interno della federazione per il suo intenso dinamismo e impegno. Durante il corso militare in Israele ha attirato l’attenzione della direzione internazionale, ed è stato contattato per la formazione degli istruttori.
L’international Krav Maga (I.K.M.), organizzazione Israeliana che opera in tutto il mondo in tema di sicurezza, riconferma Alghero come sede nazionale e l’algherese Tiziano Francesconi Direttore I.K.M. Italia. Francesconi, Expert in Krav Maga e membro Top Team, si è distinto all’interno della federazione per il suo intenso dinamismo e impegno. Svolgendo il corso militare in Israele ha attirato l’attenzione della direzione internazionale, venendo interpellato per la formazione degli istruttori.
“Fare formazione ai professionisti – ci racconta Francesconi – è sempre fonte di motivazione e divertimento, tutto sommato il mio obiettivo è formare i civili e fare chiarezza tra difesa personale e difesa personale professionale. Il mio impegno avrà sempre il principale obiettivo di educare quante più persone possibili ad una vita sociale pacifica. Una persona consapevole delle sue abilità e dei rischi diventa una persona conscia su come evitare elegantemente un problema. Ho sempre avuto un occhio di riguardo a tematiche sensibili quali bullismo e violenza sulle donne, coinvolgendo tutte le categorie possibili, allenando con successo anche persone affette da spasticismo, da stress post-traumatico e non vedenti”.
“Mi rammarico – ha aggiunto Tiziano – di non aver avuto nessun tipo di risposta dagli enti locali che si adoperano per sostenere le vittime di violenza, costringendomi a destinare dei fondi nazionali per la formazione gratuita alle vittime, in regioni con enti più risolute. Con il nostro sistema possiamo essere di grande supporto alle persone che hanno subito una violenza, non solo insegnandogli a difendersi ma sopratutto a prevenire e a rimodellare schemi comportamentali tipici di una vittima passiva, mettendoli alla prova in situazioni stressanti. Chiunque avesse necessità di un consulto o un consiglio troverà sempre una porta aperta e qualcuno in grado di ascoltare le sue esigenze, una comunità unita e pronta a sostenersi diventa una comunità in cui tutti diventano uno e uno tutti.” – conclude Francesconi.