Emergenza cinghiali, la Regione cerca di limitare i danni
La Regione Sardegna sta studiando un piano straordinario per limitare il numero dei cinghiali che, secondo i dati forniti giorni fa da Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), hanno causato danni all'agricoltura quantificabili, negli ultimi anni, in 120 milioni di euro per un totale di oltre 105mila eventi.
L’eccessivo numero di cinghiali sta determinando anche il Sardegna un allarme diffuso tra gli agricoltori, che lamentano danni sempre crescenti alle colture. A questo dato allarmante, oggetto di numerose segnalazioni, si aggiunge il numero di incidenti stradali causato da questo selvatico, che mette a rischio l’incolumità degli automobilisti. Anche la Regione Sarda ha allo studio un piano straordinario per limitare il numero dei cinghiali che, secondo i dati forniti giorni fa da Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), hanno causato danni all’agricoltura quantificabili, negli ultimi anni, in 120 milioni di euro per un totale di oltre 105mila eventi.
“Come recentemente segnalato dalle associazioni agricole il problema è fortemente sentito anche in Sardegna – dice il presidente della Regione Christian Solinas – e impone un intervento immediato a tutela dell’economia agricola e della sicurezza dei cittadini. In questi ultimi anni, nell’Isola, il numero dei sinistri stradali causati dai cinghiali è aumentato significativamente, fino a superare, durante il 2022, i 1.200 eventi”.
“A questo si aggiunge – dice ancora il presidente Solinas – il crescente numero di segnalazioni della presenza di questi selvatici nei centri abitati”. Su indicazione del presidente Solinas, l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Marco Porcu, ha avviato immediatamente lo studio degli interventi resi possibili dalla Legge di Bilancio 2023 nell’ottica della limitazione di una specie che sta causando danni su tutto il territorio nazionale.
“Per un controllo più efficace della specie, ho chiesto ai Ministeri competenti di valutare la proroga dell’esercizio venatorio, esclusivamente per il prelievo del cinghiale, almeno nelle quattro domeniche del mese di febbraio”, spiega l’assessore, che ha inviato una lettera ai Ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare.
“L’obiettivo della Regione è quello di provvedere al controllo numero del cinghiale sia per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali, che per quella della pubblica incolumità e della sicurezza stradale, prevedendo anche l’abbattimento in deroga alle norme sull’attività venatoria. La richiesta tiene anche conto del fatto che in Sardegna, a differenza delle altre Regioni, la caccia è consentita esclusivamente per due giorni alla settimana”, aggiunge l’assessore Porcu.