Il ricordo di Maria Lampis, proprietaria di uno dei negozi più eleganti di Alghero

Negli anni precedenti ha rilasciato un’intervista ad una classe del Comprensivo n.3 di cui riportiamo alcuni passaggi

Nella nostra città nel mese di luglio è venuta a mancare una donna che ha fatto la storia dell’attività commerciale ad Alghero, Maria Lampis. Come riporta lo stesso necrologio si identifica nel ruolo di negoziante e proprietaria di uno dei negozi più eleganti della nostra città “ La botiga de la Confiança”. Giovedì ricorrerà il trigesimo.

Negli anni precedenti ha rilasciato un’intervista ad una classe del Comprensivo n.3 di cui riportiamo alcuni passaggi e da cui appare un ritratto di donna moderna al passo con i tempi, amante dei valori del passato, ma con una mentalità volta al futuro.

25 ragazzi vocianti salutano Maria Lampis, la nostra memorialista di uno dei negozi più belli ed eleganti del centro storico dal 1953 al 1978 :” La botiga de Confiança”. Oggi Maria Lampis è un’arzilla signora dai capelli grigi, perfettamente pettinati, piglio sicuro e rossetto sulle labbra. Un alone di profumo aleggia e la circonda, ci saluta sorridendo e subito ci ringrazia per la visita: “ Mi fate ritornare indietro di vent’anni ci dice” e sorride contenta.

Ci sediamo attorno a lei, 22 nipoti, l’ascoltiamo attenti, Lorenzo le dona un piccolo presente, e lei parla del nostro progetto. Iniziamo a prendere appunti: la signora con voce sicura inizia a raccontare, la nostra prof. di musica la accompagna nei ricordi, la asseconda e la stimola con tenerezza, amore e comprensione .

“Avevo 12 anni quando iniziai a lavorare, facevo la commessina presso il negozio di Plaisant; ero contenta guadagnavo 40 lire, poi crescendo ne guadagnavo 120. Avevo frequentato la quinta elementare, avevo bellissimi voti, ma eravamo poveri e mia madre decise che dovessi andare a lavorare. Per lei l’indipendenza era molto importante, una donna lungimirante. Crescendo diventai sempre più brava, tanto che iniziavo a stancarmi del ruolo di dipendente, mi sentivo sicura quasi pronta per intraprendere una carriera di commerciante….ma indipendente.

L’occasione arrivò: i rappresentanti che conoscevano la mia intraprendenza, mi spinsero a realizzare il mio sogno nel cassetto e così nel 1953 aprii il mio primo negozio: Via Roma numero 77 presso il Palazzo Peretti “La botiga de Confianca”
Al momento dell’inaugurazione, poiché il mio negozio prendeva il posto di una taverna, un cliente mi augurò:”…Che il tuo negozio possa durare per tanti anni quante gocce sono state versate in questa taverna”; e …infatti il negozio rimase aperto per 32 anni. 

Era un negozio di abbigliamento per uomo, donna bambino, dall’intimo all’abito elegante. Il negozio apriva al mattino dalle ore 09.00 alle ore 13.00. Al pomeriggio dalle ore 16.00 alle ore 19.00.

Nel lavoro venivo aiutata da mia sorella. La sua presenza al mio fianco è sempre stata molto importante sia per la conduzione del negozio che per la gestione della mia famiglia. Allora era molto difficile per una donna lavorare e avere una famiglia. Il suo aiuto è stato prezioso.

Al lavoro aveva un compito molto delicato: rammendava le calze di nylon; erano arrivate in Italia, nel dopoguerra e venivano indossate dalle donne più eleganti; rappresentavano un oggetto del desiderio e, pertanto, quando si smagliavano, poiché il costo era molto elevato, si facevano rammendare e non si buttavano via.

Allora tutto aveva un valore, tutto si conservava, si riciclava, tutto durava nel tempo. I tessuti degli abiti erano tessuti di puro cotone, pura lana, pura seta, le donne quando entravano nel mio negozio eseguivano quasi un rito: toccare accarezzare i tessuti quasi per conoscerli nel loro intimo …e poi facevano la loro scelta.

Pagavo tanti soldi di affitto ben 120 mila lire annuee: 10 mila lire al mese : Una cifra!!!

Ma io ero felice. Donna nel pubblico e autonoma. La mia capacità imprenditoriale cresceva sempre più, niente mi fermava: amavo il mio lavoro: con i clienti parlavo in sardo, in algherese e…talvolta anche in Inglese.

L’italiano, poi, nei momenti ufficiali. Avevo un vocabolario che conservo ancora oggi, cui facevo ricorso ogniqualvolta mi necessitava un nuovo termine…ma avevo anche un quaderno di …inglese in cui scrivevo le espressioni più ricorrenti; parlavo in inglese con i clienti- turisti, mi ingegnavo e …vendevo sempre più .Mi piaceva molto il rapporto con il pubblico, avevo una clientela molto affezionata. Le donne erano soprattutto giovani donne con una certa disponibilità economica, ho già detto che i miei capi fossero di ottimo qualità e di ottimo taglio, quindi, necessariamente costosi. Ero fiera e orgogliosa del mio lavoro e della mia indipendenza, ricevere clienti mi emozionava e parlare con loro, stabilire un contatto mi arricchiva ogni giorno di più…ma la crisi degli anni settanta, l’apertura di un grosso centro commerciale riesce a cambiare il volto della città. Non più tessuti preziosi al tatto, non più abiti di taglio prefetto, ma abiti confezionati per il grande pubblico, a costi decisamente più bassi, hanno decretato in poco tempo la crisi di molti negozi importanti del centro storico e chi di noi vecchi commercianti non è stato al passo ha dovuto cedere e chiudere la propria attività in nome di una modernità e del cambiamento sempre più incalzanti e così dopo 32 anni di lavoro decisi di chiudere il mio negozio e di ritirarmi a vita privata e godermi la mia serena”anzianità”, circondata dalle mie donne, le figlie e la sorella e il mio indimenticato marito. Ricordo, comunque sempre volentieri quegli anni e…il mio negozio”.

Questo il risultato di due incontri che hanno visto dei ragazzi della Scuola Secondaria di secondo grado del Comprensivo 3 attorno a Maria Lampis e con il quale si è voluto ricordare la sua figura.

22 Agosto 2023