Giornata contro violenza sulle donne: “La moglie del poliziotto” in contemporanea mondiale
Anche quest’anno, per il settimo anno consecutivo, la Società Umanitaria di Alghero celebra il 25 novembre Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Sarà il Cinema Miramare, lunedì 25 con inizio alle 17.30 ad ospitare, in contemporanea mondiale, la proiezione del film La moglie del poliziotto di Philip Gröning, vincitore del Premio Speciale della giuria all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. ”Abbiamo ritenuto significativo programmare l’uscita proprio dal 25 novembre: un contributo per mantenere alta l’attenzione su un fenomeno doloroso della nostra società e rendere lo sguardo del regista, con la storia che ha scelto di raccontare, un’occasione di discussione e approfondimento” ha dichiarato Claudia Bedogni di Satine film, il distributore per l’Italia.
L’Umanitaria di Alghero, in collaborazione con il Centro Antiviolenza Aurora di Sassari, fin dal 2007 ha lavorato con rassegne cinematografiche, dibattiti, convegni, reading e attività didattiche per sensibilizzare il suo pubblico sul tema della violenza sulle donne e del femminicidio. Grazie all’inaspettato premio della mostra del cinema di Venezia di quest’anno, e alla lungimiranza della Satine Film che ne ha acquistato i diritti per l’Italia, scegliendo proprio il 25 novembre per l’uscita in sala, l’Umanitaria può regalare al pubblico algherese un vero e proprio evento cinematografico.
Il film, diretto da Philip Gröning (già regista del pluripremiato “Il grande silenzio”) con la delicatezza che contraddistingue tutta la sua opera, segue la vita quotidiano di una famiglia tedesca che sembra il ritratto della famiglia felice: una giovane coppia, una bambina bionda, una casa accogliente, una bellissima campagna che la circonda. Ma l’apparenza dei volti puliti e degli sguardi sorridenti nasconde il segreto più terribile: la violenza che si annida nel focolare domestico, la sofferenza che non si può gridare al mondo per proteggere i propri affetti. Gröning (anche produttore e sceneggiatore) osserva, senza nessuna spettacolarizzazione, l’amore e la violenza che si alternano, talora intrecciandosi e fondendosi, realizzando un’opera di dilaniante e sconcertante attualità, che ha fatto innamorare Bernardo Bertolucci e la giuria del 70esimo Festival di Venezia.