Agricoltura, Coldiretti: prime stime dei danni causati da Cleopatra
L’acqua che ha invaso ampie porzioni del territorio Sardo inizia a defluire, lasciando allo scoperto i gravi danni che il ciclone Cleopatra ha causato alla nostra agricoltura. Nella giornata di ieri i dirigenti della Coldiretti hanno proseguito nell’opera di contatto dei produttori colpiti, effettuando diversi sopralluoghi. Lo scenario è terribile: oltre alle greggi spazzate, si segnalano frutteti sommersi, terreni appena seminati completamente dilavati, per non parlare della totale distruzione di numerosi fabbricati destinati alle attività agricole.
“Si tratta di una prima verifica – afferma Battista Cualbu, Presidente di Coldiretti Sardegna – che affianca al dolore per la perdita delle vite umane e alla devastazione dei centri abitati, danni al nostro settore primario per diverse decine di milioni di euro. Ma si tratta di una stima provvisoria: al momento abbiamo fatto solo dei sopralluoghi parziali, per cui temo che il conto sia destinato a crescere. Intanto prosegue la gara della solidarietà posta in essere dalle imprese agricole: diversi agricoltori stanno collaborando allo sgombero dei materiali di risulta dai centri abitati e dalle strade, mentre numerosi agriturismo di Terranostra hanno offerto ospitalità agli sfollati”.
La situazione nel Campidano. La situazione più grave si registra nel Comune di San Gavino Monreale, dove l’acqua ha invaso l’intero territorio. I danni più ingenti riguardano oltre 1000 ettari, nei quali cereali e foraggi sono stati letteralmente cancellati: la violenza dell’acqua ha portato con se addirittura il primo stato di terreno, quello più fertile, compromettendo la possibilità di coltivare anche per gli anni a venire. Particolarmente grave la situazione dei risicoltori operanti nella zona, che hanno perso il raccolto stoccato nei magazzini, e le realtà serricole, le cui serre, invase dalle acque, sono pesantemente danneggiate e totalmente impraticabili. Le altre strutture aziendali hanno subito solamente lievi danni, anche se la furia dell’acqua in molti casi non ha risparmiato recinzioni ed impianti irrigui. La zootecnia conta la morte di diverse centinaia di pecore, e in molte realtà aziendali le scorte di foraggi danneggiate per circa il 50% non consento l’adeguata alimentazione dei capi scampati alla morte.
Meno grave, ma comunque estesa, la situazione nel Comune di Villacidro, dove nelle aree più colpite, ubicate nei versanti che confinano con Serramanna, Samassi e Villasor, risulta compromesso circa il 70% del patrimonio agricolo: frutteti allagati con perdita sicura per asfissia del raccolto agrumicolo, serre allagate e fortemente danneggiate dal passaggio dell’acqua. Anche in questo caso la forza devastante dell’acqua ha letteralmente cancellato le colture foraggere, compromettendo per circa il 30% le scorte di foraggio per le aziende zootecniche, e quindi la possibilità di alimentare il bestiame che al momento sembra essere stato complessivamente risparmiato dal ciclone.
Il Comune di Vallermosa è probabilmente meno colpito di quello di Villacidro, ma anche per anch’esso si registrano danni alle colture ed alle scorte aziendali. Molto pesante la situazione nel Comune di Pabillonis, nel quale però ai danni alle colture seminative classiche del territorio (cereali e foraggere), si aggiungono quelli relativi a circa 300 ettari di ortive in pieno campo ed agli impianti di irrigazione. Nel comune di San Gavino, invece, oltre ai danni alle colture, si registra la perdita di diverse centinaia di capi ovini.
A Sanluri, nella piana di Sanluri Stato, sono stati completamente allagati non meno di 300 ettari, di cui 200 sono a tutt’oggi invasi dall’acqua e probabilmente non lavorabili fino alla prossima primavera.. In questa zona, come in quella di Collinas, anche il vento ha fatto la sua parte, distruggendo le coperture dei fabbricati per una decina di aziende e sradicando letteralmente alcune piante di ulivo. A Sardara sono circa 2000 gli ettari allagati e slavati, di cui circa 500 già seminati a foraggere per uso zootecnico, mente a Serramanna oltre 300 ettari investite ad ortive e cereali hanno subito danni a causa dell’esondazione del fiume Leni.
La situazione nel Nuorese. Nella giornata di ieri i vertici della Coldiretti Nuoro Ogliastra hanno effettuato i primi sopralluoghi nei comuni di Torpè e Posada colpiti dalla piena del rio Posada. Varie le imprese agricole visitate tra cui quella delle Sorelle Loi, attiva nella vendita diretta come Punto Campagna Amica, che ha vissuto momenti di terrore: la titolare con le sorelle ed i familiari sono stati tratti in salvo con gli elicotteri: oggi l’azienda è un immenso lago con la produzione aziendale seriamente compromessa. La situazione tra Posada e Torpè è molto difficile :sono sparite intere greggi, bovini e suini, letteralmente spazzati via dalla furia del rio Posada che ha rotto gli argini e trascinato in mare tutto quello che ha trovato sul suo cammino. Alcuni capi sono stati ritrovati sulle spiagge a qualche chilometro di distanza. Al momento si sta ancora cercando di capire l’entità del danno ma pare che almeno un migliaio di capi sia andato perso. Sono già un centinaio i capi recuperati morti e che si sta provvedendo a smaltire. Una vera emergenza che ha dell’incredibile: molti allevatori hanno accudito il bestiame fino alle 17 per poi rientrare in paese mancando di poco l’ondata di piena, giunta verso le 20, che ha cancellato le aziende. Oltre agli animali, gli orti, gli agrumeti e gli oliveti sono completamente allagati con la produzione ormai persa.
La situazione nell’Oristanese. In provincia di Oristano la situazione più grave è sicuramente quella del terralbese. La situazione dei luoghi è sicuramente drammatica, con i centri urbani di Uras e interessati da danni difficilmente quantificabili. Nelle campagne la situazione non è da meno, anche se i danni sembrano, ad una prima analisi, più localizzati: ad Uras l’ondata di piena proveniente dal monte ARCI ha attraversato alcune aziende creando notevoli danni a strutture, recinzioni, muretti e ai campi seminati, completamente invasi dall’acqua e dilavati. Anche in questo caso si segnala la morte di diversi capi ovini, spazzati via dalle acque, e la perdita delle scorte aziendali. A Marrubiu si segnalano danni alle coltivazioni in prossimità della SS 131 con straripamento di un canale e sversamento delle acque nei terreni adiacenti coltivati a vigna, oliveto ed erbaio. A Terralba, circa 100 ettari in località S’Isca risultano completamente allagati, con danni ai fabbricati agricoli, alle serre ed alle abitazioni civili. Anche altri centri dell’Oristanese hanno subito alcuni danni localizzati, specie nelle zone di Mogoro e Gonnoscodina, dove si segnalano alcuni fabbricati scoperchiati dal vento, e diversi ettari dilavati, problema quest’ultimo rilevato anche nelle aree di Palmas Arborea e Solarussa.