IMU, urge manifestare contro una imposta iniqua
“Pronto a cominciare una battaglia comune sull’Imu in agricoltura, una tassa iniqua che colpisce al cuore un settore da salvaguardare”. Cosi l’assessore regionale dell’Agricoltura Oscar Cherchi chiama a raccolta le organizzazioni agricole e tutta la politica sarda perché, afferma, “è arrivato il momento di farci sentire dove le decisioni vengono prese, a Roma. E’ nella Capitale infatti, nelle sedi del ministero dell’Economia e in quello delle Politiche agricole, che ‘devono decidersi a dichiarare – continua l’esponente della Giunta Cappellacci – se l’agricoltura sarda deve morire definitivamente o se può continuare a crescere, contribuendo fattivamente all’economia interna dell’Isola, ma anche a quella italiana. E’ passato ormai troppo tempo, e su questo sono d’accordo con le organizzazioni agricole, da quando ho chiesto, per iscritto, che venisse introdotta l’esenzione da questa famigerata imposta per il comparto. Il Governo deve tenere nella dovuta considerazione il decreto, sostenuto da Giunta e Consiglio, con il quale abbiamo identificato i Comuni che hanno diritto ad essere dichiarati ‘svantaggiati’ e quindi esentati dal pagamento dell’Imu. Da allora, nessuna iniziativa è stata assunta dai ministri competenti”.
L’assessore ha deciso quindi di condividere l’appello delle associazioni agricole e, quanto prima, probabilmente la prossima settimana, verranno convocate in assessorato per fare il punto della situazione e stabilire di comune accordo i prossimi passi verso una soluzione del problema. “Gli agricoltori sardi non vogliono soccombere, e la nostra richiesta non è esagerata tanto meno fuori luogo. A chi dice che la nostra e’ una pretesa irricevibile, voglio ricordare che lo Stato ci è debitore per aver sottratto alle coltivazioni e all’allevamento enormi fette di territorio con le servitù militari, rallentando lo sviluppo agricolo a favore del bene comune italiano. Perciò non possiamo non pretendere un trattamento, non di riguardo, ma compensatorio, nei confronti dell’agricoltura nazionale che invece ha potuto progredire al massimo delle proprie potenzialità facendo aumentare il gap fra noi e il resto d’Italia”.