“Il nostro Riccio di mare”, progetto con le scuole (VIDEO)
Evento conclusivo del progetto “Il nostro Riccio di Mare”: cinquanta studenti impegnati in un percorso di cittadinanza attiva con la regia del CEAS Porto Conte.
Il progetto di cittadinanza attiva “Il nostro Riccio di mare”, avviato lo scorso novembre con l’intento di rendere le giovani generazioni consapevoli e promotrici del valore economico e culturale di una nostra straordinaria fragile risorsa, è giunto alla fase conclusiva. Ieri, un’intensa mattinata di lavori, presso l’Auditorium dell’IIS Fermi di Alghero, che ha visto protagonisti gli studenti delle classi 3° A Liceo Scientifico “E.Fermi” e 3°A ENO, 3°B ENO dell’Istituto Alberghiero, impegnati nella presentazione dei risultati raggiunti.
Dopo l’accoglienza e i saluti portati dal Dirigente Scolastico Mario Peretto, dal Presidente e dal Direttore del Parco di Porto Conte, Raimondo Tilloca e Mariano Mariani, il CEAS Porto Conte ha introdotto l’incontro passando poi la parola ai giovani scolari. I primi ad intervenire gli studenti del Liceo con una presentazione basata sull’Intelligenza Artificiale: “Ripercorrere le fasi del Progetto Piano sperimentale di sostegno al ripopolamento del riccio di mare (Paracentrotus lividus). A questo ha fatto seguito: “Il riccio di mare nella tradizione culinaria: ricette, usi e consumi”, a cura degli studenti dell’Istituto Alberghiero.
Le importanti ed esaustive esposizioni di tutti gli studenti hanno interessato anche l’Università delle Tre Età di Alghero, i cui iscritti hanno partecipato all’incontro, quale appuntamento nell’ambito del progetto M.E.M.O. IN RETE – Metodo, Esperienze, Mission, Obiettivi del Parco di Porto Conte e dell’Area Marina Protetta Capo Caccia – Isola Piana. A completare i lavori, l’intervento dedicato ai nuovi sviluppi degli studi di ripopolamento del Riccio di mare di Nicola Fois – Agris Sardegna.
Tante le riflessioni e le considerazioni su una risorsa quasi al collasso: necessaria conservazione e tutela, sorpresa per le recenti disposizioni regionali di apertura alla pesca del riccio, imprescindibile consapevolezza e responsabilità nell’uso del nostro “bogamarì”, un bene prezioso, sempre meno presente nei nostri mari, che possiamo salvare rispettando i tempi di ripopolamento di questa specie a rischio di sopravvivenza, il cui prelievo eccessivo provoca anche degli effetti a cascata che influenzano negativamente il funzionamento degli ecosistemi marini costieri.