Parchi eolici nella costa nord-ovest della Sardegna, le osservazioni del Parco di Porto Conte
L’Ente gestore del Parco di Porto Conte e del’Area Marina protetta di Capo Caccia –Isola Piana formula le propri osservazioni richieste dalla Regione Sardegna evidenziando possibili interferenze dirette dell’impianto offshore con le rotte percorse da alcune specie di uccelli presenti nell'Area
Nei giorni scorsi, come richiesto dal Servizio regionale competente dell’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente, gli uffici tecnici del Parco hanno inviato le proprie osservazioni, quale contributo istruttorio, per il proposto progetto di un impianto eolico offshore denominato “Mistral” costituito da n. 32 aerogeneratori con potenza complessiva di 480 MW, da realizzarsi nello specchio acqueo del Mar di Sardegna prospicente la costa nord-ovest della Provincia di Sassari.
“Giova ricordare al proposito – spiegano dal Parco – che dal mese di settembre dello scorso anno l’Azienda Speciale Parco di Porto Conte è anche gestore della ZSC (zona speciale di conservazione) “Capo Caccia (con le isole Piana e Foradada) e Punta Giglio” sito Natura 2000 di cui è anche autorità delegata dalla Regione per le istruttorie di assoggettabilità a valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.) sugli interventi, progetti e comunque qualsiasi attività che si intendono svolgere all’interno dell’ambito di competenza della stessa ZSC”.
“La prima osservazione fatta dagli uffici di Casa Gioiosa, da un esame della documentazione, è che sembrerebbe una riformulazione del proposto progetto di parco eolico denominato “Sardegna” sia per l’analoga potenza complessiva che per l’ubicazione e i vertici dell’area di richiesta concessione che corrisponderebbero esattamente a quelli dell’intervento [ID: 9247] per il quale il Parco aveva già fornito alla Regione il proprio contributo istruttorio con nota del 16 febbraio 2023″.
“Alla luce di ciò gli uffici del Parco hanno confermato e ribadito le stesse osservazioni in termini di potenziale impatto diretto ed indiretto dell’impianto su specie e habitat di interesse conservazionistico. In primis l’area di pertinenza dell’impianto e il cavidotto sommerso sono interamente ricompresi entro i limiti dell’area chiave per la conservazione dell’uccello delle tempeste Hydrobates pelagicus melitensis (specie in Allegato I della Direttiva 2009/147/CE) nidificante all’interno della ZSC ITB 010042; l’area è stata definita seguendo la metodologia proposta a livello internazionale da Birdlife international per la designazione delle Important Bird Areas – IBA. In particolare, questa assume un ruolo elettivo come area di foraggiamento, specialmente durante il periodo di allevamento dei piccoli”.
“Altra specie coinvolta è la berta maggiore Calonectris diomedea, anch’essa in Allegato I della Direttiva 2009/147/CE, in quanto le rotte di foraggiamento degli individui nidificanti all’interno della ZSC ITB 010042 intercetterebbero in maniera ricorrente l’area di pertinenza dell’impianto. Altro caso di particolare rilevanza è quello del falco pescatore Pandion haliaetus, sempre specie in Allegato I della Direttiva 2009/147/CE, che dopo un’assenza di oltre mezzo secolo, ha da circa quattro anni ripreso naturalmente a nidificare all’interno della ZSC ITB 010042. Anche in questo caso si evidenziano le interferenze dirette dell’impianto offshore con le rotte percorse dalla specie”.
“Oltre gli effetti del singolo impianto proposto, osservano i tecnici del Parco di Porto Conte, si ritiene debba essere presa in considerazione l’opportunità di valutare l’effetto cumulativo su habitat e specie di interesse conservazionistico derivante da tutte le proposte di impianti eolici offshore del settore nord occidentale della Sardegna dove si potrebbero avere a regime 93 aerogeneratori su un’area di pertinenza complessiva che supera i 950 kmq. La valutazione di tale effetto cumulativo trova giustificazione, dunque, per tutte specie di cui all’Allegato II della Direttiva 92/43 CEE e dell’Allegato I della Direttiva 2009/147/CE di pertinenza del sito ITB 010042 che abbiano, almeno in una fase del proprio ciclo biologico, possibili interazioni con gli interventi proposti”.