Deportati all’Asinara, un progetto per non dimenticare

Un progetto per ricordare quanti, profughi e prigionieri, furono deportati sull’isola dell’Asinara nel periodo della Grande Guerra e che, a giugno, integrerà le celebrazioni per il centenario della prima guerra mondiale. Un progetto che, promosso dall’amministrazione guidata dal sindaco Antonio Diana, ha trovato subito d’accordo il Comune di Porto Torres, il Parco nazionale dell’isola dell’Asinara, l’Università di Sassari e quella Belgrado. E proprio oggi (29 novembre) a Stintino era presente Petar Skundrich, consigliere del Primo Ministro serbo. Una presenza legata all’esigenza di approfondire ulteriormente l’argomento che, ha rivelato lo stesso Skundrich, lo interesserebbe da vicino. Tra i soldati deportati durante la guerra del ’15-’18, infatti, ci sarebbe stato anche suo nonno. Il consigliere del Primo Ministro serbo quindi ha fatto sapere che si «impegnerà presso il governo di Belgrado perché si possa implementare il progetto».

È stato il sindaco Antonio Diana a illustrare brevemente al rappresentante del governo serbo le linee del progetto che coinvolge il comune di Porto Torres, l’Università di Sassari, il Parco Asinara e l’Università di Belgrado. Un sodalizio nato a giugno scorso, dopo il convegno sull’ambiente promosso dal comune turistico proprio a Stintino. In quell’occasione i convegnisti concordarono che anche la storia di un popolo si conferma strumento per la valorizzazione dell’ambiente, mezzo efficace per la fruizione turistica del territorio. E che le pagine di storia dense di tristezza e drammaticità vissute sull’isola dell’Asinara meritano di essere divulgate anche come monito e insegnamento per i giovani. Un concetto ribadito anche dalla consigliera comunale di Porto Torres, Gilda Usai, con la delega alle politiche attive per l’isola dell’Asinara, anche lei presente oggi a Stintino. L’Asinara quindi, ha aggiunto questa mattina il direttore del Parco Pierpaolo Congiatu, si presenta non soltanto come parco naturale, come area marina protetta e sito di interesse comunitario ma anche come custode di una storia, drammatica, che non deve essere dimenticata.

Lo studio e la ricerca storica sarà portata avanti dall’Università di Sassari che, con Susi Trova, delegata dal rettore Mastino, collaborerà con l’Università di Belgrado. Nel progetto è prevista la realizzazione di una campagna di bioarcheologia volta a scoprire le cause della morte dei profughi presenti nell’isola e la loro origine etnica; la campagna di scavo e analisi del Dna degli individui sarà portata avanti dal dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari, con il professor Salvatore Rubino. Nei giorni scorsi, il progetto ha anche trovato accoglienza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri a Roma. Il primo cittadino, infatti, nella Capitale ha incontrato il sottosegretario Giovanni Legnini, senatore e presidente del Comitato per le celebrazioni del centenario, che ha accolto con entusiasmo l’iniziativa per la quale sono stati richiesti patrocinio e un finanziamento.

Dopo la riunione in Comune, il rappresentante serbo, accompagnato dal sindaco di Stintino, dal direttore del Parco e dalla consigliera comunale di Porto Torres, ha fatto tappa all’Asinara per far visita all’ossario di Campu Perdu. Qui vennero deposti i resti di circa 6mila prigionieri morti sull’isola. All’incontro in Comune, oggi erano presenti anche Luciano Scipione, direttore generale di Seci energia Serbia gruppo Maccaferri, il vicesindaco Angelo Moschella, l’assessore alla Pubblica istruzione Antonella Mariani, la consigliera con delega alla Cultura Francesca Demontis e la responsabile del progetto Mara Maoddi.

29 Novembre 2013