A proposito del prossimo 25 aprile
Ho avuto la fortuna di conoscere molte persone che, nei torbidi anni della guerra civile, combatterono da una parte o dall’altra, con i fascisti o con i partigiani, a fianco dei tedeschi o degli alnglo-americani. Sono convinto che tante volte quelle scelte non furono libere, ma dettate dalle circostanze. Quelli furono anni terribili, caratterizzati da deportazioni di massa, da persecuzioni, da bombardamenti terroristici su popolazioni inermi, dai massacri delle foibe, da fucilazioni seguite a giudizi sommari, dagli stupri effettuati dai marocchini, da attentati vili e criminali che scatenarono rappresaglie altrettanto vili e criminali, che scavarono un solco sanguinoso tra italiani.
Furono anni di vendette che spesso si abbatterono su chi, con quelle vicende, c’entrava poco o niente. Furono anche anni in cui molti uomini e donne fecero delle scelte coraggiose, rischiando di persona, per quello che ritennero un futuro migliore e di libertà per il Popolo italiano o per quello che, dall’atra parte, credettero che fosse l’onore e il bene della Patria. Quegli UOMINI e quelle DONNE dettero la vita per quei valori e solo la cieca faziosità, derivante dalle ideologie, e una ottusa storiografia, per troppo tempo hanno fatto delle ingiuste discriminazioni. Perciò credo che debbano essere ricordati tutti i caduti, a prescindere dal campo in cui combatterono. Soprattutto oggi, in una Italia sommersa dalle malefatte di corrotti, corruttori, faccendieri, ominicchi e quaquaraquà, l’esempio e il valore di chi è morto per quello che riteneva il bene del nostro popolo deve essere indicato a ricordo, ad onore, ad esempio.
Non ho niente in contrario che la lapide, cambiandone la scritta, fosse dedicata a tutti gli algheresi caduti per la Patria. Mi indignerei, invece, se qualcuno volesse cancellare i nomi dei giovani, che di giovani ventenni si trattava, caduti con la Repubblica Sociale Italiana. Scriverei queste stesse cose se qualche altro proponesse di cancellare i nomi dei caduti partigiani.