A proposito dell’ipereutrofia del Calich

I problemi di ipereutrofia del Calich sono il risultato di impatti comulativi sinergici che nel corso di svariati decenni hanno portato l’ecosistema lagunare ad uno stato di sofferenza, amplificata dall’arrivo dello scarico del depuratore. Per risolvere un problema ambientale bisogna prima di tutto riuscire a dimensionare i fattori che influiscono sul processo: nel nostro caso almeno la portata delle acque e il carico di nutrienti. Analizziamone alcuni:

Sistema delle acque della città di Alghero:
Non esiste un sistema di separazione tra le acque nere e le acque bianche e questo comporta che le acque che portiamo al depuratore siano estremamente diluite con impatti significativi sulla qualità del processo depurativo: detto con altre parole i fanghi attivi muoiono di fame per mancanza di cibo. L’Amministrazione Comunale sta lavorando con Abbanoa per predisporre il ripristino della condotta del solaio, ex scarico a mare del depuratore Mariotti, che oggi potrebbe avere la funzione di scarico di emergenza per le acque bianche. Il ripristino della funzionalità del solaio porterà una serie di effetti positivi: diminuzione dei fenomeni di allagamento durante le piogge, maggiore concentrazione delle acque nere e miglioramento nelle prestazioni del depuratore. Considerando poi che le acque vengono portate ad un depuratore posizionato lontano dalla città e che le acque vi giungono spinte da pompe di rilancio, un altro effetto positivo è il risparmio nelle spese energetiche, e indirettamente la riduzione in atmosfera di anidride carbonica. La rete dell’acqua potabile è un colabrodo che comporta la perdita di questa preziosa risorsa che viene catturata dal sistema fognario perpetuando i disservizi illustrati al punto precedente. La manutenzione delle reti è compito di Abbanoa. L’assessorato all’ecologia intende supportare la riqualificazione della rete tramite un portale internet in cui la cittadinanza possa segnalare le perdite cospicue di acqua (quella che vediamo affiorare ai bordi delle strade), i tombini intasati o ciechi, e altri disservizi rilevati sul territorio. Un metodo per rendere trasparente l’azione amministrativa e per valorizzare l’intelligenza collettiva della popolazione.

Il sistema dei depuratori che insistono sugli affluenti del Calich:
La tabella sottostante ci illustra la situazione fotografata da ARPAS nei controlli effettuati nella primavera – estate del 2012:

CARICO

%

 

Rispetto parametri legge

 

Abitanti equivalenti

 

Scarico

 (controllo positivo/controllo totale)

 

 

 

 

 

Depuratore Asi

15.000

13,43

Riu Filibertu

Nessun Dato monitorato da ARPAS nel rapporto

Depuratore S. Marco

77.500

69,41

Riu Filibertu

0,83

S. Maria La Palma

12.900

11,55

Canale Urune

0,40

Agris

1.550

1,39

Rio Su Mattone

1,00

Olmedo

3.200

2,87

Rio Su Mattone

0,20

Tuttubella

1.500

1,34

Rio Su Mattone

0,80

 

 

 

 

 

totali

111.650

100

 

 


Come si può notare è vero che il depuratore di Olmedo risulta quasi sempre fuori norma, così come il depuratore di S. Maria La Palma che però è 4 volte più grande e presenta le stesse problematiche per il superamento degli enterococchi fecali. Con due importanti differenze: Olmedo è Comune a se stante e la distanza tra il punto di immissione del depuratore e il punto di arrivo nel Calich è probabilmente sufficiente a permettere all’ecosistema fluviale una fitodepurazione parziale del carico in eccesso. Gli scarichi di S. Maria La Palma riguardano il comune di Alghero, e sono quindi sotto la possibilità di controllo e intervento dell’amministrazione, e il tragitto sul Canale Urune non permette certo la depurazione naturale dei quantitativi prodotti. Continuare ad additare Olmedo come la prima causa del dissesto ambientale è come guardare la pagliuzza nell’altrui occhio senza vedere la trave nella propria. Detto questo l’Amministrazione Comunale ha tutto l’interesse a dialogare politicamente con Olmedo affinchè provveda alla messa a norma dell’impianto, ma l’azione di governo deve concentrarsi sul risolvere i problemi strutturali presenti nei nostri depuratori e ottimizzarne il funzionamento. Per questo abbiamo realizzato e stiamo realizzando sopralluoghi con tecnici esperti per monitorare lo stato di fatto e concordare con Abbanoa tempi e interventi migliorativi.

Il sistema Calich:
Il calich ha subito profonde modificazioni strutturali soprattutto nell’arco dell’ultimo secolo: dei due sfiori a mare uno è stato interrato e uno fortemente modificato dalla costruzione del porto e dei suoi moli. Precedentemente il regime dei venti e delle maree assicurava una premiscelazione delle acque dolci e delle acque salate e la fuoriuscita dell’acqua non incontrava ostacoli. Sempre il rapporto ARPAS ci segnala la presenza di metalli pesanti e idrocarburi sia nella zona di Fertilia sia sul lato apposto verso la rotonda di ingresso dalla strada dei due mari. Il comune vuole approfondire, in collaborazione con ARPAS i dati relativi a questo tipo di inquinamento. Per quanto riguarda lo stato di salute del Calich il Comune insieme a svariati Enti è competente solo in minima parte in quanto il soggetto gestore è la Regione Sardegna. L’amministrazione Comunale è intenzionata a chiedere un commissario straordinario per il risanamento e stiamo preparando una delibera da portare al più presto in Consiglio Comunale per rafforzare l’azione della Giunta.

Le Maree Gialle:
Devo rammaricarmi del fatto che nonostante “la marea gialla” sia sulle pagine dei giornali ormai da alcuni anni non esiste, a mia conoscenza, nessun registro del fenomeno e nello specifico mancano completamente i dati. Da osservazioni empiriche, e quindi non suffragate da studi scientifici, è molto probabile che la cattiva qualità delle acque sia il risultato di più fenomeni concomitanti. Abbiamo un deposito di materiale sul fondale che viene riportato a galla dal moto ondoso e dal calpestio dei bagnanti e che possiamo genericamente inquadrare come intorpidimento delle acque. Molto diverso è la marea che esce dal Calich e che durante la stagione estiva, grazie alla fioritura di alghe appartenenti al genere Bacillariophyceae (che hanno già colonizzato anche il litorale) e che donano all’acqua la colorazione giallastra.

Non sono a conoscenza di soluzioni tampone in grado di scongiurare parzialmente il fenomeno di eutrofizzazione delle acque, se non un lavoro strutturale per migliorare la qualità dei nostri impianti di depurazione e il nostro sistema idrico. Sono disponibile ad ascoltare chiunque abbia proposte concrete in grado di diminuire il grado di eutrofia del Calich.

11 Aprile 2013