A Stintino ricercatori internazionali a confronto
Ricercatori dalle università d’Europa, dalla Cina, dall’Arabia Saudita e dal Canada a confronto per parlare di mummie, ossa e antichi agenti patogeni che nel passato provocarono la morte di centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo e anche in Sardegna. La due giorni che si svolgerà a Stintino, nella sala consiliare del palazzo comunale di via Torre Falcone, dal 7 all’8 settembre (inizio ore 9,30), consentirà di tracciare la storia dell’uomo attraverso lo studio delle ossa umane. A partire dalla mummia di Ötzi, l’uomo di ghiaccio ritrovato sulla montagna del Similaun nelle Alpi Venoste, all’uomo di Neanderthal e di Denisova sino ad arrivare alle mummie di Castelsardo.
L’Università di Sassari, nell’ambito delle manifestazioni per le celebrazioni dei 450 anni dell’Ateneo turritano, ha scelto il paese che si affaccia sul Golfo dell’Asinara come sede del convegno dal titolo “Mummies, bones, and ancient pathogens”. A organizzare il convegno sono lo stintinese Salvatore Rubino, docente del dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari, Attilio Mastino rettore dell’Università di Sassari, Marco Milanese direttore del dottorato di ricerca Storia e letterature e cultura del Mediterraneo, Bruno Masala direttore della scuola internazionale di dottorato di ricerca in Scienze biomolecolari e biotecnologiche, Andrea Montella direttore del dipartimento di scienze biomediche, David Kelvin visiting professor dell’Università di Sassari e dell’University Health Network di Toronto in Canada e direttore del centro di ricerca di Shantou in Cina, Nikki Kelvin della rivista internazionale Journal of Infection in Developing Countries, che celebra a Stintino, con il convegno e una riunione editoriale, i cinque anni di attività. Stintino si candida così a diventare un vero e proprio centro della scienza e della cultura. E il convegno dei prossimi giorni ben si inserisce all’interno della recente iniziativa che ha visto il Comune costiero siglare un importante protocollo di intesa con i Comuni di Porto Torres, Sorso, Castelsardo, parchi dell’Asinara e di Porto Conte, Università di Sassari, Soprintendenza e Conservatoria della coste. Un progetto di collaborazione per la creazione di una rete di valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio storico e archeologico del territorio. Per l’occasione gli studenti di due dottorati di ricerca, in Bioteconologia e Storia e cultura del Mediterraneo, lavoreranno gomito a gomito con esperti di Dna antico: l’obiettivo è quello di creare la nuova figura professionale di bioarcheologo attraverso la realizzazione di un master in Bioarcheologia.
L’appuntamento di fine settimana sarà l’opportunità per far conoscere alcuni tra i più importanti studi realizzati proprio nell’area del Nord-Ovest Sardegna. Ricerche che vedono lavorare assieme equipe multidisciplinari composte da storici, archeologi, esperti di Dna antico, paleopatologi e biotecnologi. Venerdì 7 settembre gli studiosi dell’Università di Sassari, con Marco Milanese, parleranno delle scoperte fatte ad Alghero, nel cimitero di San Michele, considerato un vero e proprio archivio biologico. Sabato 8 settembre, invece, Marco Rendeli, Elisabetta Garau e Rossella Filigheddu, con il collega Alberto Leon dell’Università di Toronto in Canada illustreranno il ritrovamento a Sant’Imbenia dei semi di cardo antico. A catalizzare l’attenzione quindi, sempre sabato, sarà la presentazione inedita dei risultati degli studi sulle ossa e sulle mummie ritrovate nella cripta della cattedrale di Sant’Antonio Abate a Castelsardo. Il gruppo guidato da Salvatore Rubino e David Kelvin illustrerà appunto le scoperte sulle ossa delle mummie di Castelsardo, sulle quali è stati ritrovati gli agenti eziologici della peste e della malaria. L’equipe guidata da Andrea Montella e Vittorio Mazzarello, assieme al gruppo dei radiologi Luca Simbula, Gianni Meloni, Paolo Lampus, parlerà delle ulteriori scoperte effettuate sulle ossa ritrovate nella cattedrale della città dei Doria. A questi si aggiungeranno i biomedici Cristiano Farace, Roberto Madeddu, Manuela Murgia, Bianca Paglietti, Claudia Viganò, Patrizia Marongiu che parleranno di agenti patogeni e analisi dei metalli pesanti nelle ossa di Castelsardo. Completeranno il discorso sulle ossa ritrovate nella cattedrale di Sant’Antonio gli interventi di Franco Campus sulla bioarcheologia, degli agronomi Luca Ruiu, Ignazio Floris sugli insetti ritrovati tra le ossa, quindi la relazione di Nikki Kelvin sul ritrovamento delle ossa di una donna con il suo piccolo nella cripta di Castelsardo.
L’apertura dei lavori, il 7 settembre, sarà altrettanto interessante. Dopo i saluti di rito del sindaco di Stintino, Antonio Diana, di don Francesco Tamponi responsabile regionale per i beni culturali ecclesiastici, di Daniela Rovina della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro e di Attilio Mastino rettore dell’Università di Sassari, gli interventi saranno moderati da Piero Cappuccinelli, accademico dei Lincei, Giovanni Fadda past president della Società italiana di Microbiologia, Mohammed Al Ahdal direttore del dipartimento di Infection and Immunity del centro di ricerca dell’ospedale King Faisal di Riad in Arabia Saudita. La prima relazione sarà di Susanna Sawyer del Max-Planck-Institute for Evolutionary Anthropology di Leipzig che parlerà di antichi genomi e della storia scritta nel Dna dell’uomo di Neanderthal e di Denisova. Sarà quindi Carsten Pusch a illustrare gli studi sul genoma delle mummie egizie. Paolo Francalacci dell’Università di Sassari parlerà della mummia Ötzi. Bernardino Fantini dell’Università di Genova illustrerà i casi di peste attraverso un’analisi che vede convergere gli studi sul genoma e le malattie infettive. Sarà quindi la volta di Gino Fornaciari dell’Università di Pisa, di Frank Rühli dell’Università di Zurigo, di Eugenia Tognotti dell’Università di Sassari che parlerà delle grandi epidemie in Sardegna dal XV al XX secolo, di Raffaella Bianucci dell’Università di Torino che illustrerà le malattie causate dagli insetti vettori e di Helen Donoghue, dell’University College di Londra che parlerà di tubercolosi e lebbra.
Per sabato 8 sono previsti gli interventi dello storico sassarese Alessandro Ponzelleti, di Luca Sanna del dipartimento di Storia dell’Università di Sassari che parlerà delle potenzialità di un progetto di bioarcheologia nel Nord Ovest Sardegna, di Dario Piombino-Mascali dell’Eurac di Bolzano, quindi della equipe del dipartimento di Chimica e Farmacia dell’Università di Sassari, Giampaolo Piga, Assumpciò Malgosa, Antonio Brunetti, Simona Spada, Stefano Enzo, e di Pierre-Olivier Méthot dell’Istituto per la storia della Medicina di Ginevra. Per ulteriori informazioni: Segreteria organizzativa al dipartimento di Scienze biomediche, Viale San Pietro 43 B, 07100 Sassari [email protected] oppure [email protected].