Ad Alghero apre “Cabussò”, una casa nuova per l’arte
Venerdì l’inaugurazione dello spazio dedicato alla creatività e alla contaminazione
Un tuffo dove tutto è contaminazione, condivisione, sperimentazione. È l’idea di “Cabussò”, il nuovo spazio per l’arte, la creatività e altre “contingenze culturali”, come i promotori Sonia Borsato, Noemi Caria e Francesco Puggioni amano definire la loro idea di un luogo che sappia di casa per tutti quelli che cercano un luogo per sperimentare, guardare, imparare, ascoltare, riflettere, parlare, esprimere bellezza. Cabussò, che in algherese significa proprio “tuffo”, aprirà i battenti venerdì 14 luglio alle 19.30 in via Rossini 15, a due passi dal parco Tarragona.
Per i tre creativi sarà un vero e proprio cabussò, un lancio a occhi chiusi, quando l’attimo prima dell’immersione diventa immaginazione, trasformandosi metaforicamente nel momento dell’ispirazione per la promozione di attività che puntino a una felice contaminazione tra i percorsi che sinora ognuno ha seguito per proprio conto, affinché la condivisione dei risultati sia il punto di partenza per nuove sperimentazioni.
«Cabussò nasce come spazio fisico e mentale e fa della sua natura ibrida un manifesto di azione», spiegano la storica dell’arte e curatrice Sonia Borsato, la designer e cultrice di artigianato contemporaneo Noemi Caria e il designer Francesco Puggioni, il cui felice incontro ha partorito l’idea da cui è scaturito questo nuovo progetto, potenzialmente aperto a infiniti altri incontri e altrettanti intrecci. «Cabussò non ha una sola identità, ma ne ha molte – dicono – che lavorano in sinergia, stimolandosi e influenzandosi».
Spazio espositivo, coworking, sede per corsi, conferenze, incontri, meeting di lavoro, Cabussò è anche un po’ casa, il posto dove andare a leggere in tranquillità, o scambiare due chiacchiere sopra l’arte, la società, la cultura e ogni altra forma di bellezza. Il nuovo spazio si propone come un luogo aperto e ibrido, incrocio di riflessioni e sperimentazioni varie, «per sfidare la settorializzazione del piacere e concedersi il lusso di inciampare in interessi nuovi», per dirla ancora con le parole dei suoi tre promotori. È lì, in via Rossini, che la fotografia incontra l’artigianato, che il design dialoga con il cinema, che tutto si nutre di tutto nel tentativo di mappare un presente un po’ più libero libero da schemi, che sappia già di futuro.
Come Cabussò spiega dalla sua pagina facebook, quello di venerdì prossimo è «non un party, non un vernissage e nemmeno un opening, ma semplicemente una festa». Un modo informale «per dirvi “Benviguts”, benvenuti, in quella che è casa nostra ma speriamo diventi presto anche la vostra». Perché l’obiettivo è «incontrarsi, lavorare, parlare di arte, design, fotografia, cinema, artigianato e altro ancora, sperimentare, a volte anche sbagliare ma soprattutto imparare». Perché in fin dei conti «uno spazio è soprattutto le persone che lo abitano».
La nascita dello spazio è tenuta a battesimo da più di trenta artisti e intellettuali che per l’occasione hanno interpretato a modo loro il concetto di Cabussò, la loro idea di tuffo nel sogno, nell’arte e nella vita. In attesa dell’apertura di via Rossini, Cabussò è già operativo ai contatti: [email protected], www.facebook.com/cabussolab/, www.instagram.com/cabussolab/