Ad Alghero la suggestione di Lo Senyal del Judici, l’Alguer i el Cant de la Sibil·la
Grande partecipazione nel duomo di Santa Maria all’evento curato dall’Associazione Culturale Arte in Musica, con la partecipazione del Coro Polifonico Algherese
La suggestione di una tradizione plurisecolare, il canto e i suoni simbolo di una intera comunità, i legami culturali tra terre del Mediterraneo. El Cant de la Sibil•la è tutto questo.
Venerdì 2 dicembre l’Associazione Culturale Arte in Musica lo ha riproposto al pubblico algherese ma con una formula originale, più ampio e più ricca. Immersi nella penombra, la luce flebile dei lumini e il suono magico dei versi recitati dal Sibil·ler hanno restituito l’atmosfera raccolta dell’antico rito. Grazie a una inedita ed efficace lettura iconografica, il pubblico ha potuto compiere un viaggio nelle armonie religiose e linguistiche del passato, accompagnati dalle musiche scelte per l’occasione.
Lo Senyal del Judici, l’Alguer i el Cant de la Sibil·la era il titolo della serata, che nel duomo di Alghero ha garantito la realizzazione di un vero e proprio evento all’insegna della catalanità. A distanza di alcuni giorni è ancora grande l’emozione degli organizzatori e di chi ha potuto assistervi, consapevoli di avere partecipato a un momento, non solo culturale, irripetibile e commovante, capace di colmare un vuoto interiore di cui non si aveva ancora coscienza e del quale solo chi era presente può comprenderne il rilievo. L’antica melodia medioevale è stata eseguita dal Coro Polifonico Algherese nella versione per coro, solista e strumenti elaborata dal M° Stefano Garau. Una rivisitazione che nelle scorse settimane era già stata apprezzata a Barcellona, nel prestigioso spazio della cripta della basilica della Sagrada Familia.
Nel duomo di Alghero gli antichi versi catalani sono stati inseriti in un contesto musicale che ha toccato anche composizioni per organo di Max Reger e Christoph Schönfelder, suonate dal talentuoso Fabio Frigato, che ha completato il suo intervento musicale con una propria Improvisació sobre el tema del cant de la sibil·la. Il Coro Polifonico Algherese ha invece cantato brani di Močnik, Spanu, Orbàn, oltre all’elaborazione del Signum Judicii o Cant de la Sibil·la, che ha chiuso la serata. Gli altri protagonisti sono stati il Sibil·ler Gabriele Catalano, Alessia Sassu al violoncello, Manuele Costantino alla tromba e Riccardo Collu al tamburo, oltre alla voce narrante di Carmela Mura Monfardino per una inedita lettura iconografica.
L’evento era programmato nell’ambito del Festival del Mediterraneo, che anche quest’anno ha visto confermata la fiducia delle istituzioni, con il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Sardegna – Assessorato alla Pubblica Istruzione Beni Culturali Spettacolo e Sport, della Presidenza del Consiglio regionale della Sardegna, della Fondazione di Sardegna, della Camera di Commercio di Sassari – Progetto Salude&Trigu, di Chilivani Ambiente, del Comune di Alghero e della Fondazione Alghero.
Dal 2010 il canto paraliturgico Senyal del Judici o Cant de la Sibil•la (Canto della Sibilla) è patrimonio immateriale dell’umanità Unesco. L’Associazione Culturale Arte in Musica e il Coro Polifonico Algherese hanno acquisito negli anni il compito di custodire ma anche di divulgare il suggestivo rito. Dal Medioevo viene eseguito ininterrottamente solo ad Alghero e a Maiorca. Nella città sarda dal cuore catalano si esegue fin dal XIV secolo, in occasione della Missa del Gall della notte di Natale. Il testo è documentato da una trascrizione, conservata nell’Archivio Storico Diocesano, fatta dal canonico Antonio Michele Urgias nel 1828. In origine il Canto era diffuso in tutto il Mediterraneo. Preannunciava il ritorno, alla fine dei tempi, di Cristo nelle vesti di Re, Giudice e Salvatore, ovvero uno dei messaggi fondamentali legati alle Festività e al Natale. Dopo il Concilio di Trento del 1563 il Cant de la Sibil•la fu ritenuto una tradizione profana e i vescovi ne proibirono l’esecuzione. Il canto scomparve così dalle celebrazioni liturgiche, tranne che, come detto, a Maiorca e ad Alghero, dove la tradizione popolare prevalse. Il canto viene ancora oggi eseguito grazie anche ai Sibil·lers che ne hanno preservato il rito. Tra i Sibil·lers algheresi sono da ricordare don Giovanni Gallo e don Antonio Nughes.