Ad Alghero l’occupazione pacifica della Barbagia
Cortes Apertas diventa “Corrals”. I due comuni barbaricini, al capezzale della città Catalana. Chiamati a riportarla in vita.
Come ormai noto, da venerdi 11 a Domenica 13, la manifestazione “Cortes Apertas” Di Orgosolo e Oliena, si trasferisce ad Alghero. Prenderà il nome più suggestivo di “Corrals”, ma in buona sostanza, come dichiarato dagli organizzatori, ne sarà una copia in tutto e per tutto. Il cambio di denominazione, immagino sia stato determinato dalla necessità di rendere omaggio alla nostra città; così accogliente e ospitale con loro. Sembra che ne siano tutti contenti. E in verità, ne sono felice anch’io. Non per l’omaggio in sè, ma perché gli Algheresi avranno modo di incontrare e conoscere le tradizioni della Sardegna più verace. A spasso tra le bancarelle illuminate. Piene di oggetti colorati, persone sorridenti, suoni diversi dal solito. Di questi tempi, non è poco. Sarà un po’ come tornare a vivere. E siamo in tanti ad averne bisogno.
Sono contento, dunque, che finalmente si provi a fare qualcosa per la nostra città. L’unico rammarico è che proprio in questi frangenti, sembra venir fuori tutta l’ inadeguatezza che ne caratterizza la sua gestione. Dico, se proprio si voleva dare impulso alla città, per quale motivo allestire la replica di Cortes Apertas? Forse per far risparmiare benzina agli algheresi che, in questo modo, non dovranno viaggiare fino ad Orgosolo? O a Oliena? In verità, l’idea del mare che incontra la montagna, è fantastica; ma, perché, allora, non organizzare da noi la manifestazione, invitando poi, a partecipare, i rappresentanti delle varie tradizioni dell’entroterra? Come si è sempre fatto. E come sarebbe stato più logico fare, in modo da dare impulso all’economia Algherese e non a quella degli altri. Economia, intesa come imprese, maestranze, fornitori di servizi, ecc. Ad Alghero, abbiamo l’opportunità di disporre di una delle maggiori aziende a livello regionale nella gestione e organizzazione di eventi fieristici o similari; perché non utilizzarla? Diamine!
Certo, si dirà che questo è il prezzo da pagare, in cambio dei benefici che ci perverranno a seguito del più ampio accordo di collaborazione, siglato dal nostro Sindaco, con i due comuni Barbaricini. Qualche giorno fa, infatti, a Siena, è stato siglato un protocollo d’intesa, nell’ambito della Assemblea Nazionale delle Città dell’Olio; e a sentire le dichiarazioni rilasciate dal nostro Primo Cittadino, pare che l’intesa raggiunta tracci, addirittura, un percorso strategico ai fini turistici. “L’accordo – spiega, infatti, Bruno – ci consente di definire in modo condiviso un progetto di valorizzazione congiunta dei territori con la promozione culturale e agroalimentare. Un’alleanza strategica, che guarda agli sviluppi turistici. Alghero è la porta del turismo che più di altre località conduce alle tradizioni e ai costumi dell’interno, e con questa sinergia puntiamo ad accrescere i benefici reciproci del legame tra mare e montagna”.
Devo riconoscere che così come ci viene raccontata, sembra per davvero qualcosa di bello e interessante. Una ciliegina sulla torta. Tuttavia, l’esperienza mi ricorda che questo genere di azioni, come appunto “La via dell’olio”, “La via del vino”, “La via della grappa”, ecc. non sono proprio una novità assoluta. Queste manifestazioni, ideate e diffuse, da piccole comunità collinari, a vocazione principale nonturistica, hanno l’obiettivo solo secondario, di riempire i pochi posti letto disponibili nei loro paesi. Il primo, rimane quello di far conoscere i loro prodotti locali più tipici. In molti piccoli comuni dell’Umbria, della Toscana, del Piemonte, fino al Trentino, sono state sperimentate per svariati anni ed effettivamente hanno prodotto i benefici cercati. Bravi, quindi, Oliena e Orgosolo, comuni con caratteristiche e problematiche simili, ad emularne i precursori. Ma nel caso di Alghero, con obiettivi inversi, problematiche fortemente dissimili e posti letto da riempire, che si contano in migliaia, quale potrà essere il risultato? Si tratta, in fondo, di iniziative collaterali, come si dice tecnicamente. Un contorno, insomma. Una di quelle cose che presa da sola, non ti toglie la fame, ma unita al piatto principale, lo completa. E questo semmai è il vero e unico problema. Ad Alghero, qual’è il piatto principale, nel progetto di sviluppo turistico?
Nella foto: immagini d’archivio