Al Miramare arriva L’Uomo d’Acciaio
Affidata a Zack Snyder la regia di un film ormai diventato un classico tra i racconti di supereroi che ormai fanno parte del nostro immaginario collettivo. La storia non cambia di molto dalle precedenti; il piccolo “alieno” viene trovato e cresciuto dai coniugi Kent che vedono la trasformazione del loro figlio adottivo mentre manifesta poteri straordinari. Il giovane Clark intraprenderà un lungo viaggio per scoprire il motivo della sua presenza sul nostro pianeta, quando sarà pronto verrà fuori allo scoperto per diventare il simbolo di speranza per l’intera umanità, combattendo contro un pericolo terribile che prevede l’annientamento della Terra e dei suoi abitanti.
Innanzitutto per l’intero corso del film non si parlerà mai di Superman, infatti, la “S” disegnata sul costume dell’eroe non è propriamente una lettera dell’alfabeto, ma una sorta di geroglifico alieno che nella lingua di Krypton significa “Speranza”. Per il resto, costume blu e rosso e superpoteri, non si registrano grandi cambiamenti; anche il super nemico, Zod un alieno che vuole invadere la terra per trasformarla in un altro Krypton uccidendo tutta l’umanità, è l’antagonista prediletto nelle storie dell’eroe in calzamaglia. Insomma, nonostante le pretese di costruire un nuovo eroe più tragico e reale, la storia non poteva essere completamente stravolta e il bene e il male continuano ad essere lo spartiacque in cui Clark Kent resta l’ultimo baluardo, la diga protettrice degli uomini.